LA MODA
Il contest del tatuaggio

Contest con premiazione dei migliori lavori eseguiti, eventi e spettacoli dalla body painting alle esposizioni d’arte, tra cui una di foto storiche e una di gioielli e piercing provenienti da tribù di tutto il mondo.
Saranno oltre duecento i tatuatori, anche di fama internazionale, presenti alla settima edizione della Tatuami Tattoo Convention in programma sabato 18 e domenica 19 maggio nei saloni dell’Hotel Crowne Plaza Milan Linate di via Adenauer 3 a San Donato Milanese.
Un evento che si propone di dare riconoscibilità e valore a tanti artisti il cui lavoro interessa ormai un’altissima percentuale di persone.
Se infatti in passato il tatuaggio era visto come un segno un po’ strano e che diversificava, oggi nel nostro Paese, lontano naturalmente dai significati tribali che investono invece popolazioni e culture diverse, il disegno indelebile sulla pelle non è più una rarità.
Lo studente e la casalinga, l’imprenditore e il professore, il ventenne e il sessantenne: dai sedici anni in su (tra i sedici e i diciotto è necessario però il consenso dei genitori) il tatuaggio è un «must».
Dando spazio all’interpretazione. Piccoli o che ricoprono la schiena, la gamba, il braccio, si spostano sempre più a parti del corpo in vista. Mentre i tatuatori (e i dermatologi con loro) ricordano che un tatuaggio va affrontato capendo che è qualcosa di indelebile.
Vero che si può rimuovere, oggi con il laser, ma non è un procedimento semplice, e soprattutto non sempre con risultati certi: anche se tolto può restarne una sorta di ombra, il cosiddetto «fantasma del tatuaggio».
E il tatuaggio visibile preclude l’accesso ad alcuni concorsi. Va curato, seguito, ricordando che muta con il mutare della nostra pelle, con l’età, con l’elasticità. E crea comunque un’abrasione: il ricambio completo cellulare richiede circa un mese e questa prima fase è quella dove prestare ancora più attenzione, con creme idratanti e cicatrizzanti, senza esporsi al sole, alle lampade, senza andare in piscina. Anche per questo rivolgersi a un tatuatore che segua tutti i crismi nella scelta dei prodotti (evitando il fai da te!) e delle attenzioni igienico-sanitarie diventa importantissimo: lo stesso corso di formazione regionale punta moltissimo proprio su questi aspetti.
Alla convention milanese parteciperanno anche tre giovani tatuatori varesini: Jess e Shuster, di BlackInkTattoo di Busto Arsizio, e Giuse, di Macaroni Crew di Induno Olona.
Jess, dopo il liceo artistico e l’accademia delle Belle Arti, ai tatuaggi è arrivata quasi per caso.
«Ho iniziato creando disegni per un amico tatuatore - racconta -. Partecipare a una convention come Tatuami non è solo una vetrina, ma anche un’ottima occasione per incontrarsi, conoscersi, confrontarsi».
La curiosità è quella che ha spinto a iniziare anche Shuster, che, dopo l’artistico e un diploma di illustratore scientifico, ha anche lavorato nella ristorazione.
«La richiesta dei tatuaggi è cambiata negli anni - spiega -, quasi non esiste catalogo: dà spazio all’interpretazione, rappresenta momenti importanti della propria vita».
Tatuatore da quattro anni e appassionato ai tatuaggi da sempre, diploma al Liceo artistico anche per Giuse, che ammette che non esiste un «cliente tipo»: «C’è chi arriva convinto e chi ancora con un po’ di timore, chi vuole un tatuaggio piccolo e chi su tutto il corpo. Ogni persona è diversa e diverse sono le richieste: chiedono di ascoltare la loro esperienza per arrivare ad avere il disegno che desiderano».
Disegni sulla pelle che passione, insomma. Ma, e questo i tatuatori consapevoli lo sottolineano, così come naturalmente i dermatologi, la pelle è ben diversa dall’essere un foglio di carta, muta, e il tatuaggio la lacera, è una sorta di ferita, e come tale è soggetta agli agenti atmosferici, a possibili infezioni e ad arrossamenti. Serve controllarne l’evoluzione soprattutto nell’immediato, ma anche a lunga distanza.
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