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Sapone, panetto batte dispenser

A volte ritornano. Disprezzata per molto tempo, la cara vecchia saponetta della nonna torna a far parlare di sé.
Dimenticate il sapone di Marsiglia, oggi la bar soap non svolge solo la più antica delle sue funzioni, ma strucca, deterge e può avere persino un effetto esfoliante. Arricchita da essenze e oli oppure priva di coloranti e fragranze, è adatta a qualsiasi tipo di pelle, anche le più sensibili. Cade quindi l’accusa di causare secchezza cutanea: grazie alla presenza di attivi di origine naturale dalle proprietà lenitive ed emollienti - glicerina, burro di karitè o aloe, ad esempio - la saponetta è adatta a prendersi cura anche della delicata pelle del viso. Non di poca importanza l’assenza di parabeni e siliconi nella formulazione della perfetta saponetta.
Fin qui tutto chiaro: il sapone solido, soprattutto se realizzato con ingredienti naturali, è una valida alternativa per la cura della pelle. Una volta per tutte, però, meglio il sapone liquido o la saponetta? A rispondere per primo è l’ambiente: il sapone solido ha un impatto ambientale bassissimo. Innanzitutto, dobbiamo parlare di dimensioni: piccola e compatta, la saponetta causa pochissime emissioni di Co2 durante il trasporto perché permette di ridurre gli ingombri. Il sapone solido ha anche il vantaggio di liberare i nostri bagni - e il pianeta - dall’ingombrante presenza di imballaggi di plastica. I flaconi di detergenti mani e viso riempiono letteralmente gli scaffali dei supermercati, ma con 12,7 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare, è davvero il momento di innamorarsi nuovamente delle saponette, che con i loro incarti colorati e riciclabili sono anche ottimi oggetti per arredare il bagno.
Sembra proprio che per i classici dispenser sia giunto il momento di cedere il posto in favore del più ecologico panetto di sapone. Rimane un’ultima annosa questione da risolvere: la proliferazione dei batteri. La saponetta è davvero meno sicura? Assolutamente no. A confermarlo è una nota ricerca condotta dalla Dial Corporation nel 1988, che rileva come l’uso di una saponetta, persino se contaminata da germi e batteri, non ne comporti la diffusione. Il sapone solido viene inoltre sciacquato sotto l’acqua corrente dopo ogni utilizzo, evitando così la contaminazione. Al contrario, toccare l’erogatore del dispenser con le mani sporche lo rende un vero terreno di coltura per i germi. Ingredienti naturali, benefici per la pelle e un’attenzione particolare alla salvaguardia dell’ambiente. Ebbene sì: la saponetta è tornata di moda ed è la sorpresa migliore che il 2019 potesse riservarci.
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