VALERIA VACCARO
Scalpello e sgorbia, nuova vita al marmo
Alla Galleria Punto Sull’Arte di Varese i lavori storici e recenti dell’artista
Realtà e simbolo. Materia e idea. Forza e leggerezza. La durevole solidità del marmo di Carrara si trasforma, sotto lo scalpello e la sgorbia di Valeria Vaccaro e grazie alla sua straordinaria perizia tecnica, in fiammiferi, casse di legno, pallet, imballaggi riprodotti con perfezione mimetica e, in ultimo, in forme astratte. Dopo le prime prove con materiali come carta, cera e plastica, l’artista torinese ha scelto il marmo come materiale privilegiato, sviluppando un linguaggio distintivo, capace di coniugare la monumentalità della materia con temi apparentemente antitetici quali la fragilità, la metamorfosi e la transitorietà delle forme. La personale alla Galleria Punto Sull’Arte, con la curatela di Ivan Quaroni, presenta una serie di lavori in marmo, dai primi fino alla nuova e inedita serie intitolata Controsenso, accomunati da una riflessione sul tema del fuoco, elemento simbolico e alchemico per eccellenza, forza naturale in grado di creare e di distruggere. L’orizzonte operativo di Vaccaro, come scrive Quaroni, «è quello in cui la tradizione realistica e mimetica, che ha appunto le sue radici nella classicità greco-romana, si è ibridata con l’eredità avanguardistica del Novecento e con le tendenze odierne post-concettuali». Particolarmente significativi del tema della transitorietà delle cose, paradossalmente comunicata attraverso la durevolezza del marmo, sono i fiammiferi della serie Marmiferi, sculture in forma di zolfanelli sovradimensionati, posti in sequenza per mostrare il grado progressivo di strinatura, richiamando così la simbologia delle nature morte barocche, la vanità delle cose terrene e la breve durata del tempo umano. Nei cicli Urban Platform e Handle With Care, Vaccaro monumentalizza bancali e casse d’imballaggio, sottraendo questi utensili destinati ai servizi logistici industriali al loro naturale oblio. Più liriche sono, invece, le serie Aver Cuore e Non Brucio, dove i sapienti effetti di bruciatura e combustione avvolgono blocchi di caratteri tipografici disposti a formare frasi idiomatiche e affermazioni che suonano come frammenti elegiaci di Poesia Visiva. La serie Tree of Life, con le sue forme semplici, simili ai giochi a incastro in legno per bambini, ricavate idealmente da una sezione di tronco d’albero (sempre in marmo) indaga il contrasto tra pieno e vuoto, evocando il fuoco come una forza naturale in grado di creare e di distruggere. A fianco di queste sculture si trovano i nuovi lavori della recente serie Controsenso, pannelli curvilinei sui quali l’artista reitera, con la consueta verosimiglianza, l’effetto combusto del legno, esplorando prospettive innovative e abbandonando la rappresentazione realistica dell’oggetto.
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