L’INDAGINE
«Situazione fuori controllo»
Il legale di Clelia Leto attacca. L’ex direttore Valentini interrogato per sette ore
«Quanto accaduto è stato possibile perché in quell'ospedale la situazione era totalmente fuori controllo. Succedeva di tutto ma poteva essere bloccato molto prima».
Lo ha dichiarato l’avvocato Carlo Basilico, legale dell’infermiera Clelia Leto che, con una denuncia querela depositata in procura, dette il “la” alle indagini sulle morti sospette al pronto soccorso.
Già, ma di tutto cosa? Ci sono forse altri orrori da scoperchiare tra le corsie dell’ospedale di Saronno?
Il pubblico ministero Maria Cristina Ria, che sta coordinando il lavoro dei carabinieri, di certo non lo lascia trapelare. E prosegue con gli interrogatori della commissione interna che, al termine delle verifiche, dette il placet sull’operato di Leonardo Cazzaniga.
Il suo protocollo destava qualche perplessità, perché piuttosto aggressivo nei dosaggi dei farmaci.
Ma a detta dei medici nominati per valutare il suo metodo non c’era nulla di penalmente rilevante «altrimenti sarebbero state presentate le opportune denunce agli inquirenti», ha assicurato l’avvocato di Paolo Valentini, Renato Mantovani. Valentini, ex direttore di presidio che di quella commissione era presidente, ha risposto alle domande del pm per circa sette ore, «spiegando e chiarendo ogni contestazione in modo esaustivo», ha affermato l’avvocato.
Il benestare comunque lo formulò sulla base di ogni singola relazione redatta dai membri nominati, ciò significa che anche dal suo punto di vista il parere dei colleghi di Cazzaniga era omogeneo.
Eppure, secondo l’infermiera Leto, e lo avrebbe segnalato numerose volte anche verbalmente, qualcosa non andava in ospedale.
L’avvocato dell’infermiera ha spiegato: «Non è stata mai ascoltata ma anzi, osteggiata e minacciata da Cazzaniga, tanto da andare in contro a problemi di salute dovuti alle pressioni dello stesso e allo stress».
E ha aggiunto: «L’infermiera a quel punto ha ritenuto di doversi presentare personalmente in procura anche perché, oltre a quello che succedeva in corsia, c’erano comportamenti strani anche rispetto agli accessi ai farmaci. Non era possibile che in quell’ospedale non fosse nota la situazione». La donna, tra l’altro, segnalò anche l’anomala moria dei parenti di Laura Taroni, troppo concentrata per essere soltanto casuale.
Nell’inchiesta sulla coppia Cazzaniga-Taroni come è noto sono stati iscritti altri tredici soggetti a vario titolo per omessa denuncia, favoreggiamento e falso ideologico.
Non tutti compariranno davanti al pm per gli interrogatori, qualcuno preferirà rimandare l’appuntamento a quando potrà avere accesso completo agli atti.
Altri, come il maresciallo della caserma saronnese, sono già stati sentiti. C’è anche chi invece si è presentata spontaneamente dai carabinieri, come il medico Elena Soldavini, autrice insieme a un’infermiera di un esposto anonimo depositato a Cantù. A quanto pare le verrebbe contestato l’anonimato, ma la donna ha chiarito la sua posizione dicendo - stando a quanto si apprende - di essere stata consigliata in tal senso.
© Riproduzione Riservata