SCATTI SINGOLARI
Treni e writer: «Il mio viaggio fotografico»
Il libro che racconta e documenta notti nelle stazioni - da Tradate a Bovisa - e l’evoluzione dei graffiti

Arriva “Mamma in Fanzina 2”, il secondo volume fotografico che si propone di celebrare e immortalare l’arte dei graffiti sui treni in servizio in provincia di Varese. Uno sguardo approfondito e dettagliato di questo fenomeno underground.
Il progetto nasce nel 2022 dalla passione di una figlia e la curiosità di capirla da parte della madre, autrice del libro fotografico: «Stavo così tanto tempo in stazione che mia mamma, preoccupata ma curiosa, un giorno mi chiese di accompagnarmi. “Voglio vedere cosa fai tutto questo tempo lì” mi ha detto. Così, in un caldo pomeriggio di luglio, l’ho portata con me. Abbiamo passato ore bellissime insieme, tra treni che sfrecciavano, graffiti da inseguire e scatti da collezionare» racconta la ragazza, che vuole restare anonima (seppure il suo nome compaia sul libro).
«INCANTATA DAI VAGONI DIPINTI»
La passione dei graffiti però arriva prima, una fascinazione che va oltre il gesto, da molti, definito vandalico: «Da piccola prendevo spesso il treno, e ogni volta restavo incantata davanti ai vagoni dipinti che scorrevano lenti davanti ai miei occhi - spiega sempre la giovane -. Non erano solo treni, erano messaggi, colori, firme sospese nel tempo. Mi sono sempre chiesta chi ci fosse dietro. Poco dopo, su un treno, ho conosciuto un ragazzo che già dipingeva i treni. Mi ha introdotta a un mondo sotterraneo e poetico, fatto di notti in stazione, di corse contro il tempo, di scatti rubati all’alba. Passavamo ore a Tradate o Bovisa ad aspettare che passasse il suo treno, quello con il suo pezzo, solo per scattargli una foto. In quelle attese ho iniziato a vedere anche gli altri treni. Così tanti graffiti, così tante storie, così tanti artisti invisibili. E ho pensato: perché non fotografarli tutti? Magari anche loro, anche quei writer sconosciuti, hanno bisogno di una foto, di uno spazio dove esistere».
“MAMMA IN BANCHINA”
Da una semplice passione è poi nata un’esperienza editoriale, prima tramite la pagina Instagram «La chiamai "mamma in banchina", proprio perché quella pagina era nata in stazione a Quarto Oggiaro, con mia madre seduta al mio fianco» dice l’autrice.
Nel 2024 è nato “Mamma in fanzina”, Il libro. Un progetto che è molto più di una raccolta di foto: è una dichiarazione d’amore per i graffiti, per i treni, per le stazioni, per gli incontri casuali, per l’arte che vive e scompare. Ma è anche, soprattutto, un omaggio alla madre, che ha avuto il coraggio e la curiosità di salire con lei su quel treno e indirettamente le ha dato la forza di creare tutto ciò che ha creato ora.
Dopo il primo volume, “Mamma in fanzina” è tornato questo mese con una nuova raccolta di immagini e testimonianze. Ancora una volta la scena è tra le carrozze delle Ferrovie Nord Milano (FNM) e delle Ferrovie dello Stato (FS) dove la bomboletta spray lascia il segno.
Questa seconda uscita nasce dall’esigenza di proseguire un racconto cominciato tempo fa. Non un semplice seguito, ma un approfondimento.
«NON SOLO FOTO, È UN’ESPERIENZA»
«Il libro non è solo un archivio fotografico, ma un’esperienza concreta e immersiva. Ogni foto è un frammento di vita, un momento sospeso tra il rischio e il desiderio di lasciare un segno. Ogni pezzo è un atto di presenza, una dichiarazione d’intenti, un viaggio simbolico» racconta l’autrice.
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