L’INCHIESTA
Drone russo sul Jrc di Ispra: ipotesi “spionaggio politico o militare”
Aperto un fascicolo dalla Procura di Milano. Vertice con gli investigatori. Cinque i sorvoli sul Varesotto

Ombre della guerra ibrida nei cieli italiani fanno scattare le indagini del pool antiterrorismo della procura di Milano e gli accertamenti dei servizi italiani.
«SPIONAGGIO POLITICO O MILITARE»
La Procura di Milano ha aperto infatti un fascicolo con l’ipotesi di di reato di spionaggio politico o militare, aggravato dalla finalità di terrorismo per condotte che «possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione». Il drone di sospetta origine russa nell’ultimo mese avrebbe sorvolato per cinque volte la sede del centro di ricerca comune della Commissione europea ad Ispra sul lago Maggiore.
Il fascicolo, coordinato dal pm Alessandro Gobbis e dall’aggiunto del pool antiterrorismo Eugenio Fusco della Procura guidata da Marcello Viola, è stato aperto stamani, lunedì 31 marzo, a carico di ignoti, per "spionaggio politico o militare", reato che punisce "chiunque si procura, a scopo di spionaggio politico o militare, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete". Pena prevista non inferiore ai 15 anni e che arriva fino all’ergastolo "se il fatto è commesso nell’interesse di uno Stato in guerra con lo Stato italiano" o "se il fatto ha compromesso la preparazione o l’efficienza bellica dello Stato, ovvero le operazioni militari".
Contestata anche l’aggravante della finalità di terrorismo per condotte che "possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale".
Nella prima segnalazione arrivata nei giorni scorsi dal Joint research centre dell’Ue ai carabinieri si parla di cinque sorvoli in un mese e di un drone di sospetta fabbricazione russa. Già dai primi accertamenti, comunque, pare che quei sorvoli siano stati telecomandati da una distanza non eccessiva rispetto al centro di ricerca. Le indagini e le prime attività dei carabinieri del Ros per ricostruire quelle presunte attività di spionaggio sono in corso.
Nel pomeriggio in Procura ci sarà una prima riunione operativa tra inquirenti e investigatori. Al momento non sono emersi collegamenti con un altro fascicolo del pm Gobbis, che nelle scorse settimane ha chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori di 34 e 60 anni titolari di una società immobiliare in Brianza che si sarebbero messi a disposizione, anche in cambio di criptovalute, per una presunta attività di "spionaggio" per l’intelligence russa, dopo contatti via Telegram.
A mettere in allerta inquirenti e investigatori è sta dunque la rilevazione del Joint research centre della Commissione europea a Ispra, sul Lago Maggiore. I responsabili del Centro comune di ricerca europeo, che ha avviato un progetto di ricerca sugli aspetti della sicurezza dei droni, hanno segnalato quanto stava accadendo facendo scattare controlli più approfonditi. L’obiettivo principale è di fugare qualsiasi sospetto che alla base di questa vicenda possano esserci appunto tentativi di spionaggio di obiettivi sensibili coperti da vincoli di sicurezza nazionale ed europea. Anche perché ad una manciata di chilometri ci sono stabilimenti di Leonardo, l’azienda industriale della Difesa nazionale, mentre più distante, a Solbiate Olona, c’è la sede operativa di un comando Nato e a Pavia un altro luogo di ricerca con un laboratorio di energia nucleare applicata. Quanto è accaduto si aggiunge a un altro giallo che riguardò una tragedia verificatasi nel 2023 nella stessa zona – a Sesto Calende – con il naufragio causato dal maltempo dell’imbarcazione Love Lake, sulla quale morirono gli agenti segreti dell’Aise e del Mossad israeliano.
Al momento – spiegano fonti di sicurezza che seguono il caso – c’è «massima cautela» sulla dinamica e sulla paternità dell’azione e appare difficile pensare a droni in grado di viaggiare dalla Russia all’Italia. Non ci sarebbero al momento testimoni oculari, il velivolo elettronico sarebbe stato intercettato da un sistema di rilevazione di radiofrequenze che avrebbe indicato un apparecchio di fabbricazione russa. La tipologia non è tuttavia di quelle che hanno la capacità di viaggiare per molti chilometri, quindi sarebbe eventualmente partito da una base non lontana dall’area che avrebbe sorvolato. Mentre gli accertamenti degli inquirenti proseguono, anche il Copasir sarebbe orientato ad acquisire maggiori elementi prima di disporre ulteriori approfondimenti. Non si esclude che la questione possa già essere stata affrontata in maniera preliminare al Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, che si è tenuto venerdì scorso e al quale ha partecipato come da prassi anche Matteo Piantedosi, il cui ministero ha la competenza riguardo alla protezione delle infrastrutture critiche sul suolo nazionale.
Il caso scuote anche la politica. Diversi partiti hanno annunciato interrogazioni parlamentari a cominciare da Forza Italia, che pretende «chiarezza», affinché «si sappia nel dettaglio cosa sia successo», visto che «il tema della sicurezza nazionale è un elemento essenziale da preservare rispetto a influenze straniere, in un momento particolare come questo a livello internazionale. L’Italia è un grande Paese produttore e anche esportatore di tecnologie militari. Questa vicenda dimostra che è essenziale investire anche in tecnologie moderne per garantire la nostra sicurezza, la riservatezza delle informazioni e, soprattutto, delle immagini del nostro territorio nazionale» A chiedere in tutte le sedi istituzionali preposte e competenti «informazioni specifiche, a tutela della sicurezza nazionale e delle produzioni strategiche italiane», è anche Italia Viva. Un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Difesa sarà inoltre Più Europa: «Se consideriamo accadimenti passati come il naufragio sul lago Maggiore di uomini dei servizi segreti italiani e israeliani e la fuga dagli arresti domiciliari nel Milanese di Artem Uss, il figlio di un oligarca putiniano, dobbiamo riscontrare un inquietante proliferare di accadimenti legati all’operato di servizi segreti stranieri in Lombardia, sui quali il governo dovrà riferire», sostiene il deputato radicale Benedetto Della Vedova.
Gli approfondimenti sulla Prealpina di lunedì 31 marzo, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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