L’ALLARME
«Uova al Fipronil? Non a Varese»
Confagricoltura rassicura i consumatori: «Da noi prodotti sicuri»
Le uova del territorio sono sicure e si possono consumare tranquillamente: a rassicurare i consumatori è Confagricoltura Varese, all’indomani dell’allarme sui prodotti contaminati in alcuni Paesi esteri dall’insetticida Fipronil.
Non esistono segnalazioni in Lombardia ma intanto il fatto alimenta la discussione e l’associazione di categoria chiede di «risolvere il problema in fretta per evitare che la vicenda si traduca in un danno ingiustificato per i produttori italiani», si legge in una nota che ricorda anche il «problema della tempestività e della trasparenza delle informazioni».
Così Confagricoltura rimarca come, stando alle dichiarazioni rilasciate ufficialmente da alcuni ministri, la contaminazione fosse nota da molto tempo. In ogni caso, anche nell’ottica di evitare inutili allarmismi, va valutata positivamente la dichiarazione del nostro ministero della Salute che già qualche giorno fa ha escluso la distribuzione di uova contaminate con Fipronil sul nostro mercato».
In provincia di Varese, ribadisce il presidente provinciale Giacomo Brusa, il settore è importante e in piena salute, grazie alla presenza di storiche aziende, alcune delle quali particolarmente grandi e rilevanti sul panorama nazionale.
«Mentre proseguono i monitoraggi delle autorità sanitarie locali - aggiunge il presidente di Confagricoltura - è essenziale evitare che una brutta vicenda che riguarda altri Paesi si traduca in un danno ingiustificato a carico dei nostri imprenditori e di una filiera che è già in grado di garantire praticamente tutto l’autoapprovvigionamento nazionale».
Bisogna poi ricordare - aggiunge il patron del centro Agricola del lago - «che ogni uovo ha sul guscio una sorta di carta d’identità, una scritta che permette di risalire non solo al Paese di produzione, ma addirittura alla provincia e al produttore. Alcuni dei nostri associati rappresentano aziende molto importanti e sicure: in Italia il fabbisogno viene coperto e non c’è necessità di ricorrere alle importazioni».
Nel frattempo, ribadisce Confagricoltura, i regolamenti comunitari aiutano il consumatore a fare una scelta sicura. Infatti, oltre a numerose altre indicazioni, su tutte le uova è obbligatorio inserire il luogo di produzione con la stampa leggibile sul guscio.
«Basta che il consumatore - suggerisce ancora Giacomo Brusa - cerchi e verifichi sulla confezione di produzione o sull’uovo la presenza delle iniziali IT, per essere sicuri di acquistare un prodotto italiano non contaminato e sicurissimo. Infatti il problema è circoscritto solo al prodotto estero».
La categoria teme dunque che un allarme eccessivo porti discredito su un settore sano, a livello locale e nazionale.
«Il problema va affrontato e risolto in fretta - dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -, con la massima determinazione, perché la sicurezza dei consumatori e l’ordinato andamento dei mercati dipendono dal funzionamento del sistema di allerta regolato dalla normativa europea, ma affidato alla primaria responsabilità degli Stati membri. Abbiamo perciò accolto con favore la notizia che la questione sarà oggetto di una prima valutazione in occasione del Consiglio informale dei ministri dell’agricoltura della Ue in programma a Tallin, in Estonia, all’inizio di settembre».
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