E LA LUCE FU
Varese: contratti di energia con truffe al telefono
Un “sì” dell’ignaro cliente e la firma falsa: ecco la trappola. Fenomeno in aumento col passaggio al mercato libero. Indagini della Polizia postale
«Buongiorno, lei è il signor Mario Rossi?». «Sì, mi dica... ». Ecco quel “sì” pronunciato al telefono può essere una fonte di guai.
Tra i raggiri del telemarketing, ovvero la sottoscrizione di contratti al telefono appunto, c’è anche questa, soprattutto questa strategia. Il “sì” viene infatti estrapolato e quindi inserito in una conversazione in cui l’ignaro malcapitato aderisce ad una proposta. Ne sa qualcosa un utente varesino che si è trovato un nuovo contratto per l’energia elettrica, con cambio di gestore.
«Casi purtroppo frequenti» la risposta data, a mezza voce, da un impiegato della società alla quale il raggirato è passato come nuovo cliente. La sottoscrizione poi con firma autografa del contratto segue lo schema della truffa: firma falsa. Per fare questo occorre avere anche alcuni dati, come ad esempio il codice pod che fa riferimento al contatore, ma sembra che agli “squali” non sia così difficile entrarne in possesso (basta avere una bolletta del truffato). Nei giorni scorsi, c’è stata anche un’indagine, coordinata dalla Procura di Milano e condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia di Stato, che ha scoperchiato un sistema di contratti manipolati attraverso il telemarketing.
Al cliente finito nella trappola, si apre l’onere di disconoscere il contratto: non è facile pur apparendo abbastanza palese la matrice truffaldina del contratto. E in alcuni casi si va incontro anche al danno di vedersi staccare la corrente. Succede, come avvenuto al cliente varesino, che passando senza saperlo da un gestore all’altro, non arrivino le bollette del nuovo fornitore o quantomeno non coi canali o all’indirizzo che l’utente utilizza. Un mezzo incubo insomma. Perché poi, se si decidesse di chiudere la fornitura estorta con raggiro e riaprirla col gestore davvero prescelto, ci sarebbero dei giorni, minimo due massimo una settimana, di assenza della corrente.
Il consiglio è sempre quello di prestare molta attenzione. Senza demonizzare gli addetti al telemarketing - i truffatori sono ovviamente una piccola parte -, è meglio comunque essere accorti, fino a non pronunciare dei “sì” che potrebbero diventare fatali. Sul cliente raggirato gravano anche dei costi: chiudere e riaprire la fornitura, pagare un avvocato qualora si voglia fare maggiori pressioni sulla società per ottenere il disconoscimento del contratto. Come detto, gli inquirenti stanno cercando, in tutte le province, Varese compresa, di stroncare le truffe che si moltiplicano peraltro nel settore dell’energia per via del passaggio dal mercato tutelato a quello libero. Ma non è facile fare... luce.
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