CRITICHE AL GOVERNO
Varese, Galimberti contro il taglio dei ristorni
Il sindaco contesta la modifica alla Legge di bilancio che alza al 4% il rapporto tra frontalieri e abitanti nel comune per ottenere i contributi
Dopo il senatore Alessandro Alfieri, anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti, si schiera contro l’emendamento alla Legge di Bilancio che propone di modificare la legge 83 del 2023, alzando al 4% il limite del rapporto tra frontalieri e popolazione per assegnare i contributi ai comuni di confine. Una modifica che avrebbe ricadute su alcuni Comuni del Varesotto.
«Ai tagli già annunciati dal Governo a discapito di tutti i Comuni del Paese, come più volte denunciato dall’Associazione dei Comuni Italiani (Anci Ndr), arriva un ulteriore taglio riservato ai comuni della fascia pedemontana interessata dal fenomeno del frontalierato, Varese e Como in testa, ovvero la decisione di non assegnare più ad un numero importante di comuni, come Varese, Gazzada, Morazzone, Azzate, Venegono Inferiore e altri, i ristorni diretti dei frontalieri».
Per il Comune di Varese - sottolineano da Palazzo Estense - i ristorni diretti valgono circa 4 milioni di euro, «per tanti altri comuni diverse centinaia di migliaia di euro che consentono di mandare avanti servizi ed interventi di manutenzione».
Il Comune di Varese e gli altri comuni hanno usufruito dei ristorni solo nel 2024 ma rimane il dato politico di questa iniziativa, denunciata appunto anche da Alfieri, «vale a dire il fatto che si decide di sottrarre risorse ad alcuni comuni del nord e della provincia di Varese, in barba a qualsiasi parola sull’autonomia ed al lavoro trasversale fatto per diverso tempo dai parlamentari del territorio di gran parte degli schieramenti politici, le organizzazioni sindacali e l’associazione dei Comuni di Frontiera».
«II ristorni dei frontalieri sopratutto in questo momento di tagli dello Stato agli enti locali - prosegue il sindaco - dovrebbero essere distribuiti direttamente a tutti i comuni senza alcuna percentuale in rapporto al numero degli abitanti, come avviene da sempre in Piemonte, coerentemente in funzione del principio di sussidiarietà ed autonomia. Dovrebbero usufruire dei ristorni diretti tutti i comuni dell’area di confine all’interno della fascia dei 20 km e dovrebbe essere completamente eliminata la percentuale del 3-4% come richiesto da molti sindaci del territorio».
«Dal Governo in questo momento, e soprattutto per questa parte del nord del Paese e della Lombardia in cui si parla molto di autonomia, mi sarei aspettato proprio l’eliminazione delle percentuali che impediscono a molti comuni di Varese e Como di usufruire di queste risorse ed invece un ulteriore taglio all’autonomia dei comuni» argomenta Galimberti.
«Tale scelta appare ancora più incomprensibile se abbinata alle molti crisi aziendali aperte sul territorio, Beko in testa, che rischiano di coinvolgere sempre di più i Comuni da sempre interessati da politiche di sostegno in presenza di queste situazioni» aggiunge.
«Per evitare di ripetere gli errori dello scorso anno sulla tassa della salute auspico, nell’interesse della tenuta sociale ed economica di gran parte del territorio provinciale e per il lavoro di concertazione svolto in passato, un ripensamento della decisione ed al contrario un allargamento delle assegnazioni a tutti i comuni che ne hanno diritto» conclude il sindaco di Varese.
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