L’IMPRESA
Varesino torna dal K2: «Una grande emozione»
L'alpinista Tommaso Sebastiano Lamantia accolto a Malpensa
«Le grandi montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero altro che un cumulo di sassi»: la frase del celebre alpinista Walter Bonatti, che proprio sul K2 visse uno dei momenti più significativi della sua intera esistenza, ha accolto il ritorno oggi pomeriggio, domenica 11 agosto, all’aeroporto di Malpensa di Tommaso Sebastiano Lamantia, alpinista varesino e accademico del Cai che quella stessa montagna l’ha conquistata pochi giorni fa, da solo e senza ossigeno.
Insieme a lui allo scalo della Brughiera è arrivato anche Matteo Sella, classe 1996, membro dell’Eagle Team del Cai, che ha accompagnato Lamantia fino a 8.200 metri di quota ma poi, fiaccato da una settimana di antibiotici a causa del mal di denti, ha avuto la prontezza di fermarsi, riuscendo a tornare al Campo 3 e consentendo così al compagno di cordata di raggiungere la seconda vetta più alta del mondo.
L’accoglienza a Malpensa è stata degna di chi ha appena messo a segno un’impresa: applausi, selfie, trombe da stadio ma soprattutto tanti abbracci, quelli che in questi due mesi sono mancati proprio come l’ossigeno. Cosa si prova lassù, a 8.611 metri di quota, su una delle cime più ambite dagli alpinisti di tutto il mondo?
«È stato sicuramente emozionante, ma le emozioni che ho provato sono state abbastanza asciutte - racconta il 42enne, residente a Luino - : ormai era tardo pomeriggio ed ero concentrato sul tornare al campo base». C’è stato un momento in cui hai avuto paura di non farcela? «No, più che altro è stato l’opposto: quando ero a Campo 4 ho guardato la cima e c’erano delle persone che stavano arrivando in vetta, distante ancora molte ore, e ho pensato proprio che sarei arrivato in cima».
Ad accogliere Lamantia c’erano i famigliari, con la moglie Stefania Modica, e tanti amici, tra cui i “colleghi” della Stazione di Varese del Soccorso alpino.
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