IL CASO
Volontari... licenziati: «Un dramma»
Lasciati a casa dopo 17 anni a pulire i bagni del municipio: «Quei soldi ci servono per vivere»
Per diciassette anni a pulire i bagni pubblici di Palazzo Estense. Dalle 9 alle 16,30 con un’attività equamente divisa tra mattina e pomeriggio tra loro due, coniugi. Un’istituzione in Comune, marito e moglie da quasi sessant’anni, a tenere in ordine i servizi igienici di fronte all’Anagrafe, sotto il portico del municipio.
Maria Grazia Buzzi e Olindo Devincenzi sono stati “licenziati”. Rientrano anche loro tra i “nonni” del Comune al quale è stato detto più o meno così: “Non possiamo più pagarvi, l’attività deve essere volontaria, se volete continuare”.
Questo, in pillole, il discorso che è stato fatto a moltissimi dei 140 volontari anziani del cui apporto l’amministrazione comunale ha deciso di rinunciare a meno che non sia attività completamente gratuita.
Una scelta necessaria per mettersi al passo con la normativa ma che ha suscitato molte polemiche. Perché quel rimborso spese di qualche centinaia di euro per alcuni anziani è linfa vitale.
Serve per la sopravvivenza. Come per Maria Grazia “Graziella” e per Olindo.
«A parte il fatto che noi non siamo stati convocati in nessuna assemblea, semplicemente un giorno hanno detto a mio marito che non avremmo più dovuto presentarci, arrivederci e grazie», racconta la donna, «dopo tutto il lavoro svolto... abbiamo provato a parlare, a chiedere, anche al sindaco, ma ci è stato risposto che il nostro piccolo stipendio grava sulle casse comunali e non possono più permetterselo, ma sapete quanto prendevamo? Tre euro e 15 centesimi netti l’ora».
A fare i conti in tasca, a Graziella e Olindo, si parla di queste cifre: 240 euro al mese l’uno, tra le 300 e le 340 l’altra. Soldini, certo «utilissimi per chiunque, ancora di più per noi che abbiamo un affitto di 500 euro al mese da pagare nella nostra abitazione in zona viale Europa e che abbiamo un figlio dei tre ancora in casa, invalido civile, che percepisce una pensione di 290 euro al mese».
«Quei soldini a noi servivano per pagare le bollette, ci facevano davvero comodo per fare quadrare il bilancio familiare», spiega Olindo. «Abbiamo la nostra età, 77 anni mia moglie e 80 a settembre io, abbiamo sempre lavorato».
La famiglia è arrivata a Varese nel 1970. Olindo ha passato «una vita» a fare il panettiere, poi è stato assunto nel laboratorio chimico della Mazzucchelli, ma siamo in salute e non ci siamo mai sottratti all’impegno, questa tegola proprio non ci voleva».
Ora attendono l’ultimo “stipendio” per le 24 ore lavorate in luglio. «Ci hanno detto che siamo stati sostituti da un lavoratore socialmente utile, ma non è questo il punto, noi su quel denaro abbiamo fatto conto, non serve per fare la bella vita ma per vivere».
Una situazione emblematica, quella dei coniugi “tagliati” insieme agli altri volontari anziani che prestavano servizio e per questo percepivano una sorta di contributo spese. L’insieme pesa sui forzieri di Palazzo Estense circa 600mila euro l’anno, non bruscolini. Piccole cifre ai singoli che acquisiscono proporzioni diverse se considerate tutte insieme. Ed è forse per questo che a Graziella e Olindo è stato risposto che “gravavano sul bilancio”.
I “nonni” del Comune sono quegli anziani che fanno attraversare i bambini davanti alle scuole negli orari di entrata e uscita, che aprono palestre e edifici pubblici, che puliscono, come Graziella e Olindo.
Molti volontari sono stati convocati e a loro è stato spiegato che avrebbero potuto continuare la loro attività in modo gratuito, rinunciando a quel denaro che, per chi vive con la pensione minima, rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno.
Non è chiaro il motivo per cui ai due anziani coniugi è stato solo comunicato lo stop della loro attività, ma è lampante che il loro sia un caso sociale e che abbiano avuto coraggio nell’esporsi a raccontare della loro delicata situazione familiare.
L’annuncio dei “tagli”, a fine luglio, ha suscito un polverone. È stato spiegato che il il servizio presentava, margini di ambiguità rispetto alla normativa cambiata, ma è ovvio che il provvedimento sia stato “preso male” da molti pensionati e sia diventato elemento anche per la polemica politica, sollevata in primis da Carlo Piatti, consigliere comunale e segretario cittadino della Lega Nord. Iniziativa criticata anche da alcuni consiglieri della maggioranza di centrosinistra.
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