DELITTO BOSSI
«C’era un piano per uccidere Andrea»: parla l’ex fidanzata di Caglioni
In tribunale a Busto Arsizio è stata ascoltata la giovane. Le sue dichiarazioni sono alla base della premeditazione contestata ai due imputati

Nuova udienza del processo per l’omicidio di Andrea Bossi, davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio. Durante la deposizione, un ventenne amico di Bossi e di Douglas Carolo – imputato insieme a Michele Caglioni – ha raccontato di aver fatto shopping all’outlet di Serravalle con Douglas usando la carta rubata ad Andrea. Il cellulare del testimone è stato acquisito dal giudice Rossella Ferrazzi e il giovane è stato indagato per ricettazione e indebito utilizzo di mezzi di pagamento altrui.
LE DICHIARAZIONI DELL’EX FIDANZATA
«C’era un piano per uccidere Andrea Bossi». In aula è stata sentita anche l’ex fidanzata di Michele Caglioni: «Sapevo tutto, Michele me lo disse prima, disse obbligato da Douglas. La sera del delitto Michele disse “sto andando” e poi “devo metabolizzare”». Le dichiarazioni che la ragazza ha già reso davanti al pubblico ministero Francesca Parola, titolare delle indagini, sono alla base dell’aggravante della premeditazione contestata a entrambi gli imputati. Imputati che si sono accusati l’un l’altro in diversi interrogatori. La giovane, non senza qualche reticenza, ha spiegato come l’allora fidanzato a fine dicembre 2023 le confidò che Douglas doveva uccidere una persona per soldi. A inizio gennaio sempre Caglioni le disse che quella persona era Andrea Bossi «mi spiegò che Carolo gli aveva detto che, siccome sapeva, avrebbe dovuto aiutarlo altrimenti avrebbe ammazzato anche lui».
Caglioni, secondo quanto testimoniato dalla ragazza, le illustrò anche il piano per eliminare il 26enne. «Sarebbero andati da lui – ha detto la teste –. Avrebbero iniziato a parlare poi avrebbero attuato il piano. Avrebbero torturato Bossi per farsi dare i codici delle carte di credito quindi lo avrebbero portato fuori, ancora vivo, chiuso nel bagagliaio di un’auto e gli avrebbero poi dato fuoco uccidendolo».
La ragazza ha poi spiegato che Caglioni le disse che Carolo quella sera perse la testa bloccando Bossi con un braccio intorno al collo e pugnalandolo. Il movente è economico: «Tanti soldi, più di 100mila euro. Dopo l’omicidio Carolo costrinse Michele a prelevare con le carte di Bossi puntandogli un coltello alla schiena», ha riferito la teste aggiungendo che Carolo minacciava Caglioni «lo aspettava fuori casa e non lo mollava mai».
L’articolo completo sulla Prealpina di mercoledì 14 maggio, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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