L’INTERVENTO
«Alle rivoluzioni pacifiche non servono i patrocini»
Magrini spiega la sua idea sul Pride. E rilancia

Anche quest'anno il patrocinio richiesto alla Provincia per il Pride che si svolgerà a Varese, è foriero di polemiche. Non mi stupisce: in parte sono fisiologiche, qualche volta sono invece usate in maniera strumentale più o meno consapevolmente dai diversi attori in campo. Credo sia importante, un punto di chiarezza. La prima riflessione che pongo è se davvero le rivoluzioni pacifiche, il progresso nella rivendicazione dei diritti abbia poi bisogno di patrocini.
Me la pongo io ma se la sono posta anche diversi coordinatori di Pride in altre località d'Italia. E questo è agli atti. Anche io, dal mio “piccolo” osservatorio a Villa Recalcati, sono convinto che l’affermazione dei diritti LGBTQIA+ sia non solo di grande importanza per l’attuazione dello Stato di Diritto ma, visto l'addensarsi di fenomeni non rassicuranti per il consolidamento universale dei diritti umani, credo che le tutele verso i diritti LGBTQIA+ costituiscano sempre più una linea spartiacque tra un mondo che evolve positivamente, e un altro che dà preoccupanti segni di regresso.
Difensori dei diritti umani
Da questo punto di vista sono altrettanto convinto che dobbiamo rafforzare ed estendere in ogni modo possibile una rete di personalità, di attivisti, di organizzazioni, di “difensori dei diritti umani”. In questo senso l'impegno dell'Arcigay, mi sento di dire senza presunzione, va nella direzione giusta. Ma altrettanto onestamente rimango deluso quando si lega indissolubilmente e si giudica la nostra forza e volontà nel sostenere i diritti di tutti, anche della comunità LGBTQIA+, con l'assegnazione del patrocinio. Mi verrebbe da dire, citando De Gregori, che «non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore...». «Sostenere il Pride per gli organizzatori - cito testualmente - significa riconoscere che anche sul nostro territorio il principio di uguaglianza non è solo proclamato, ma concretamente attuato. È un’occasione per affermare che nessuno deve sentirsi invisibile o escluso dalla vita pubblica. Il patrocinio della Provincia rappresenterebbe un gesto coerente con il compito istituzionale di promuovere la piena cittadinanza di tutte le persone».
Piena cittadinanza delle persone
Rispetto a queste affermazioni, mi premono due considerazioni. La prima è che invito formalmente la comunità che ha rilasciato queste dichiarazioni a venire a Villa Recalcati per constatare quanto questo Ente delibera e promuove per la cosiddetta «piena cittadinanza di tutte le persone». Secondo poi, ognuno ha la sua storia e la mia - parlo di quella pubblica politica, ma anche personale - credo che valga molto più di ogni discorso letto e sentito in queste ore. Aggiungo poi, per completezza, che ho chiesto già lo scorso anno alla comunità che ha fatto richiesta di patrocinio, di presentare, preparare incontri con i giovani, con le scuole, dibattiti in grado di promuovere valori di conoscenza. Invito che reitero, dove Provincia potrebbe avere una parte attiva. Il Pride, nella forma del tradizionale corteo, è una festa in cui si celebra il diritto di mostrarsi per ciò che si è. Bene, con altrettanto orgoglio vi ho chiesto e chiedo di raccontare la vostra storia, raccontateci cosa state facendo per il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.
Contrasto alle discriminazioni
Tra i colori dell’arcobaleno che vi simboleggia, dico agli amici dell'Arcigay, si faccia spazio anche per qualche sfumatura in più, per coloro che non sono contro forse, che non rinnegano i diritti di nessuno ma che conoscono poco di questo vostro cammino. Dite che il contrasto alle discriminazioni rafforza il legame tra le istituzioni e la comunità, vero, e voi fate in modo di includere questa comunità facendovi conoscere non solo attraverso un corteo. Da parte mia non accetto il teorema “niente patrocinio” quindi “Provincia omofoba, razzista e non attenta ai diritti di tutti”. Lo respingo con forza e lo respinge il nostro Ente.
Forte impegno comune
Aggiungo che comprendo molto bene che una componente della maggioranza che guida l'ente sia vicina a questi temi. La mia scelta non vuole in nessun modo penalizzare tale sensibilità della quale ho tenuto e terrò sempre conto. Ma, chiaramente, i fari ora sono puntati sul sottoscritto che, come sempre, non si tira indietro e rinnova l'invito ad Arcigay per discutere a Villa Recalcati a breve di quanto ho sopra espresso. La mia posizione è nota e non negoziabile ma, proprio in virtù dei valori in cui credo, sono il primo a denunziare derive che non mi piacciono. Si allungano i cortei e di pari passo aumentano le restrizioni in alcuni paesi, fino a vedere criminalizzate le relazioni tra persone dello stesso sesso. Nell’ultimo anno è stato registrato un allarmante aumento delle restrizioni alla libertà di espressione e di associazione in materia di orientamento sessuale, identità ed espressione di genere e caratteristiche sessuali. Questo preoccupa ed è il segno che c'è ancora molto lavoro da fare nella nostra società. Io sarò accanto a tutti voi in queste battaglie di civiltà che non si vincono con un patrocinio sopra un cartellone ma con un forte, condiviso e preciso impegno comune.
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