L’UNIVERSITÀ
Auguri di Natale all’Insubria con lezione sul tempo
Varese, la conoscenza come dono e la figura di san Carlo Borromeo
È stato il tempo il vero protagonista del Natale dell’università dell’Insubria, celebrato nell’aula magna di via Ravasi con un incontro capace di andare oltre il rito istituzionale e trasformarsi in un momento autentico di riflessione collettiva. “Natale in Ateneo: cultura e sapere” ha unito comunità accademica e pubblico in una serata, venerdì 12 dicembre, densa, partecipata, attraversata da parole che hanno riportato il Natale alla sua dimensione più profonda: quella della conoscenza come dono, della cura, della responsabilità verso gli altri.
Ad aprire l’incontro sono stati i saluti istituzionali della rettrice Maria Pierro, del prorettore vicario Umberto Piarulli e del direttore generale Antonio Romeo, che hanno richiamato il valore della comunità universitaria e il significato di questo appuntamento come spazio di dialogo, condivisione e memoria. Accanto a loro, le voci dell’Almo Collegio Borromeo di Pavia, con il rettore don Alberto Lolli e Vincenzo Salvatore, docente dell’Insubria e presidente del Collegio, a sottolineare un legame culturale e umano che attraversa territori e istituzioni.
Cuore della serata è stata la lectio magistralis del professor Gianmarco Gasparri, introdotto dalla direttrice del Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio Paola Biavaschi. Una lezione intensa, costruita attorno al tema del tempo, indagato nelle sue molteplici accezioni: tempo come fretta e tempo come stagione, tempo che consuma e tempo che rigenera, tempo umano e tempo eterno.
Gasparri ha intrecciato letteratura, filosofia e linguaggio, richiamando Manzoni e Dante, la distinzione tra il tempo atmosferico e il buon tempo, fino a quel verbo dantesco, “attempare”, che contiene insieme il senso dell’invecchiare e dell’essere nel tempo.
Un percorso che ha restituito al pubblico la possibilità di fermarsi, ascoltare e riflettere. Su questo filo si è innestato il dialogo dedicato al volume “Carlo Borromeo. Anatomia e paradigma di santità”, con l’autore Renzo Dionigi, primo rettore dell’Insubria e oggi professore emerito, in conversazione con il direttore di Rete 55 Matteo Inzaghi. Dionigi ha raccontato la genesi del libro e la figura di San Carlo Borromeo come esempio radicale di carità vissuta, cura reciproca, attenzione concreta verso i più fragili. Una santità che parla al presente, soprattutto in un tempo che tende a correre e dimenticare. Il libro, edito da Nomos e impreziosito dalla copertina firmata da Mimmo Paladino, è stato presentato come un oggetto culturale ma anche come un invito alla responsabilità personale.
La serata si è chiusa nel segno della gratitudine e degli auguri, con un messaggio corale rivolto all’intera comunità accademica, ai docenti, al personale tecnico-amministrativo e agli studenti. Non un semplice scambio di saluti natalizi, ma la conferma di un ateneo che sceglie di fermarsi, pensare e condividere, facendo del tempo non una corsa, ma uno spazio di senso.
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