L’APPELLO
«Bagni vietati, non tuffatevi nel Villoresi»
Domenica scorsa un 69enne era scivolato durante una passeggiata. Il Consorzio che gestisce l’area raccomanda l’osservanza del divieto di balneazione

Domenica scorsa – 22 giugno – sul Canale Villoresi si era sfiorata la tragedia: sul territorio del Comune di Parabiago, un 69enne, colto da un malore, era scivolato in acqua e solo l’intervento di un passante aveva scongiurato il peggio. Oggi l’uomo non è ancora fuori pericolo e resta ricoverato in prognosi riservata all’ospedale di Magenta.
WEEKEND AFFOLLATO
Viste le previsioni meteo, quello che sta per iniziare sarà un altro fine settimana caldissimo e saranno molti i frequentatori del percorso pedonale e ciclabile sulle alzaie del canale, a concedersi, nonostante i divieti di balneazione, tuffi e bagni.
TUFFI VIETATI
Il Consorzio Est Ticino Villoresi e i Comuni ribadiscono l’appello al senso civico, alla cura di sé e degli altri e alla responsabilità per evitare nuove tragedie. «Con il caldo estivo si ripropongono purtroppo tuffi e bagni nei canali, assolutamente vietati – scrive in una nota il Consorzio Est Ticino Villoresi –. Come ogni anno in questa stagione, il Consorzio ricorda e raccomanda il divieto di balneazione che vige su tutto il reticolo gestito. La presenza di manufatti per la regolazione (come bocche e paratoie), il formarsi di correnti, in alcuni tratti anche molto forti e la conformazione delle sponde, che certamente non agevola la fuoriuscita dai canali, rappresentano alcuni tra gli effettivi pericoli che chi si butta in acqua, cercando refrigerio dall’afa estiva, non considera minimamente. Ogni estate la cronaca informa su diversi annegamenti, di frequente occorsi ai più giovani, nonostante la segnaletica consortile presente sulle alzaie raccomandi appunto, tra le altre cose, il divieto di balneazione in vigore. Il Consorzio, che invita a segnalare tuffi e bagni proibiti, chiede anche un fattivo supporto alle Amministrazioni locali in modo che possano contribuire a dare visibilità al divieto, supportando l’ente, laddove possibile, nelle attività di sorveglianza».
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