IL CASO
Busto: «Serve un presidio costante in centro»
L’analisi di Francesco Pinto, presidente di Yamamay, sulla sicurezza. «Ma non facciamo speculazioni dopo l’omicidio»

Alla camminata di giovedì sera, 26 giugno, in ricordo di Davide Gorla, il 65enne ucciso a coltellate mercoledì 25 giugno, si è unito anche Francesco Pinto, presidente di Yamamay, residente nel centro di Busto Arsizio. Un imprenditore di caratura internazionale che ha voluto esserci a modo suo, con sobrietà e discrezione, per testimoniare la propria vicinanza ai familiari della vittima e alla comunità dei commercianti di Busto. «Provo profondo dolore», sottolinea Pinto: «Una tragedia come questa, accaduta nel cuore del centro pedonale, non può che colpire profondamente tutti coloro che lavorano nel nostro comparto».
Ma il drammatico episodio di mercoledì pomeriggio, precisa Pinto, non va messo in diretta relazione con la questione sicurezza. «È già una tragedia di per sé e non va strumentalizzata», chiarisce il co-fondatore e presidente di Yamamay: «Quello della sicurezza è un argomento sempre attuale per chi, come i commercianti, lavora ogni giorno a contatto con il pubblico. Ma nel caso specifico, non si è trattato di una rapina e, da quello che apprendo dalla stampa, alla base del delitto ci sarebbero dinamiche più personali. È successo in un negozio, ma sarebbe potuto accadere in un appartamento o una piazza. Non è il caso perciò di fare speculazioni. Resta solo il grande dolore per Davide Gorla, che non conoscevo di persona ma di cui sono stato cliente».
Se la tragica uccisione di Gorla - come sembra emergere dalle indagini - non ha direttamente a che vedere con le questioni della sicurezza in città, un ragionamento generale sul tema resta sempre valido: «Il lavoro per rendere la città più sicura e vivibile non finisce mai», osserva il presidente di Yamamay: «Quello che si è fatto oggi va proseguito e migliorato domani. Abbiamo tutti letto sui giornali degli episodi di violenza che si sono verificati nei mesi scorsi in piazza Garibaldi. E ritengo che un presidio costante delle forze dell’ordine andrebbe garantito, perché è il benessere della comunità a richiederlo. Non è una questione di colore politico, vale per qualsiasi amministrazione. Elementi come la pulizia, i parcheggi, il decoro, non vanno mai trascurati».
Temi cari in tempi non sospetti a Francesco Pinto, che qualche anno fa pubblicò sui social la foto di un topo a passeggio in via Cardinal Tosi. «Se si creano delle condizioni di vita e aggregazione sane e diamo a tutti i cittadini la possibilità di fruire la città in modo completo», argomenta Pinto: «evitiamo che Busto possa trasformarsi in una realtà satellite di Milano, priva di una propria vita e dimensione. Non si può prescindere dalla valorizzazione più completa del centro storico».
Per l’imprenditore questi sono obiettivi che un’Amministrazione comunale, di qualunque colore politico, dovrebbe sempre perseguire. «È naturale», conclude Pinto, «che una città sana e un commercio sano richiedano requisiti basilari come pulizia, parcheggi, presìdi di sicurezza. Sono obiettivi che qualsiasi amministrazione non dovrebbe mai perdere di vista».
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