IL PROCESSO
Busto Arsizio, madre a 11 anni
Condannato il vicino di casa che abusò della bambina. Gravidanza scoperta dopo 4 mesi

Mamma a undici anni. Non aveva neppure il lessico per spiegare come fosse successo né la maturità per comprenderne il significato. Aveva un forte dolore addominale, i genitori vedendola così sofferente la portarono in Pronto soccorso. Non era un’indigestione, non erano né ulcera né appendicite. La bambina era incinta.
Il padre biologico del neonato venne arrestato ad agosto del 2022. È tutt’ora in carcere e l’altro giorno il gup Veronica Giacoia lo ha condannato a dieci anni di reclusione e 80mila euro di provvisionale, una pena addirittura superiore a quella richiesta dal pubblico ministero Flavia Salvatore.
La ragazzina - costituita parte civile con l’avvocato Erminia Viganò su nomina dell’amministratore di sostegno Katia Broggini - è affidata a una comunità dove sta seguendo un percorso psicologico delicatissimo. Non ha mai visto suo figlio, probabilmente non lo incontrerà mai. A ricordarglielo per tutta la vita sarà però la cicatrice trasversale del parto cesareo: l’undicenne era fisicamente immatura per gestire le contrazioni e le spinte.
IL VICINO DI CASA
A dicembre del 2021, davanti all’ecografia, pure i medici stentavano a crederci. Avvertirono d’urgenza i carabinieri, la bambina venne ascoltata in audizione protetta in una stanza dell’ospedale e a suo modo, con totale assenza di consapevolezza, raccontò due episodi accaduti in cortile con un amico dei genitori.
Il ventisettenne l’aveva avvicinata mentre la piccola giocava con altri bambini, l’aveva convinta a seguirlo in un locale più isolato del caseggiato popolare in cui vivevano e le fece le cose che la vittima raccontò con ingenuità e impaccio. L’undicenne non aveva percepito la gravità di quell’approccio né ne immaginava le conseguenze. Del resto alla sua età la maternità è un concetto astratto. Sentì però dentro di sé che l’atteggiamento del ventisettenne fosse sbagliato e malsano da quel momento lo evitò come si evita l’orco cattivo.
SCIENZA ESATTA
Il parto venne programmato per luglio del 2022, al neonato venne eseguito subito l’esame del Dna che ha una remotissima probabilità di dare un risultato errato: il padre era il vicino di casa, negare di aver abusato della piccola sarebbe stato ridicolo. Difeso dall’avvocato William Tenace l’imputato a processo ha preso la parola per dire «mi dispiace». Non è da escludere che, depositate le motivazioni della sentenza, chieda al legale di ricorrere in appello.
Intanto il piccino, che ora ha quattordici mesi, è nella mani di genitori affidatari. Non è dato sapere altro, il Tribunale dei minori si sta occupando di lui e per ora è fuori discussione l’idea di farlo abbracciare dalla madre biologica, tanto meno dal padre. Da qualche mese la ragazza ha invece ripreso i contatti con i suoi genitori, ovviamente regolati dai servizi sociali. Perché neppure loro sono stati giudicati idonei ad accudire una minore.
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