L’INTERVENTO
«Il momento è difficile ma il futuro è della Pro Patria»
La classifica che piange non intacca la fiducia della Finnat. Il messaggio di Zema: «Avanti tutti uniti»
Domani è davvero un altro giorno. La Pro Patria è obbligata a non sprecare la chance che il calendario le offre. Domani sera (ore 20.30) allo stadio “Carlo Speroni” di Busto Arsizio è ospite la Pergolettese che, dopo un inizio promettentissimo, ha rallentato il passo. I cremaschi sono reduci dal k.o. casalingo contro la Giana, in cui hanno rimediato un paio di espulsioni fra cui quella dell’ex Parker. Potrebbe essere un passaggio cruciale della stagione per squadra, tifosi e società. La parola all’avvocato Rosanna Zema, componente del cda e rappresentante di Finnat.
Gli appelli sono antipatici ma che aspettativa avete per questo match?
«Io penso che la squadra, ma aggiungerei tutto l’ambiente, si aspetti tanto. La squadra è convinta di poter esprimere le qualità che per tante ragioni non è riuscita a mettere in campo. Deve tirar fuori quello che ha dentro, la ferocia delle tigri. Se entrassi nello spogliatoio direi questo. Ho seguito personalmente gli allenamenti, il lavoro che i ragazzi hanno svolto con mister Greco e credo sia l’occasione per dimostrare il loro valore, un valore che indubbiamente hanno».
I tifosi non sono contenti e probabilmente non lo siete neppure voi…
«Mi pare ovvio ma ai tifosi dico di trasformare la comprensibile rabbia del momento in un carburante con cui dare una spinta alla nostra Pro Patria. Ci sono passaggi in cui loro possono giocare una partita di capitale importanza».
Quando il cielo è nero serve un messaggio di speranza: il suo qual è?
«È semplice e cioè che il futuro è dalla nostra parte, anche dalla parte della città di Busto che, siano sicuri, è pronta a rispondere con entusiasmo. Anche noi, a cominciare dalla squadra, dobbiamo dare qualcosa di più perché ripeto, l’ambizione nostra è l’ambizione di tutti e sono certa che a tempo debito saranno felici di scoprire quello che c’è dietro».
Lei, e forse non solo lei, è prima di tutto una tifosa...
«Certo, non solo io. Anche Luca (Bassi, ndr) è un tifoso che, vi assicuro, conosce la storia della nostra Pro Patria come pochi. Essere tifosa, come lo sono io e come lo è Luca, significa mescolare emozioni, sensazioni, sofferenze e speranze».
I risultati sono il sale del calcio e in questo momento il menù è insipido: possono avere ripercussioni sul progetto a medio-lunga scadenza?
«Il progetto è solido ma i risultati aiutano a rafforzarlo. Quindi l’uno è in qualche modo legato all’altro sperando che, ripeto, il trend s’inverta prima possibile. E sono convinta che la squadra abbia tutte le qualità per risalire la china e i tifosi avranno un ruolo importante perciò è importante stare tutti uniti».
Che idea si è fatta sul calcio in generale?
«La mia passione per questo gioco è datata ma ormai il solco, ad esempio fra le categorie, è molto ampio e gli interessi hanno il sopravvento sull’essenza di questo sport, uno sport che ha prevalentemente un’anima popolare. E se devo essere sincera questa anima si annusa negli stadi piccoli o nei campi di periferia. E la nostra Pro Patria ha ancora quest’anima che si lega alla sua città, al territorio, alla sua impareggiabile gente».
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