IN TRIBUNALE
Viggiù, forbiciata al genero: anziano a processo
L'uomo è accusato di lesioni al marito della figlia
Al culmine dell’ennesima lite familiare, colpì il genero con una forbiciata a una mano. È questa l’accusa che ha portato alla sbarra, con l’imputazione di lesioni personali, un uomo di settant’anni residente in Svizzera.
Dalle parole alle vie di fatto
I fatti al centro del processo sono però avvenuti a Viggiù, a casa della figlia dell’imputato, nel settembre del 2023. Ma dopo questo episodio i protagonisti non si sono rappacificati, anzi: l’anziano ha incassato pure una querela per atti persecutori. In questo caso, però, il procedimento penale non è ancora approdato davanti a un giudice. Ma andiamo con ordine. Sembra che all’origine delle frequenti discussioni tra il pensionato, sua figlia e il marito di lei ci fossero questioni legate al possesso dell’abitazione, intestata alla donna. Questioni che accendevano spesso gli animi in occasione degli incontri familiari. Ma quel giorno la situazione degenerò. Dalle parole, i due protagonisti passarono alle vie di fatto. E - questa la ricostruzione dell’accusa - il settantenne impugnò una cesoia con cui ferì il genero a una mano. La denuncia in caserma
L’uomo non andò subito al Pronto soccorso per farsi medicare, ma bussò alla caserma dei carabinieri di Malnate, i cui militari, nel raccogliere la denuncia, presero atto di quel taglio all’arto. Le indagini sono andate avanti e si è così arrivati all’udienza predibattimentale in Tribunale a Varese, davanti al giudice Alessandra Sagone.
Richiesta di risarcimento
La persona offesa (assistita dagli avvocati Augusto Basilico e Flavio Lorenzini) s’è costituita parte civile, decisa a ottenere il risarcimento del danno. Il pubblico ministero ha ribadito l’esistenza dei presupposti per andare al dibattimento, mentre il difensore (l’avvocato Giuseppe Sassi) ha chiesto il non luogo a procedere dell’imputato, sostenendo che non ci siano gli elementi per una «ragionevole previsione di condanna».
Secondo l’anziano, infatti, il genero si sarebbe ferito da solo nel tentativo di afferrare le forbici, e non - come sostiene l’accusa - al momento di parare il colpo sferrato dal suocero. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto la prosecuzione del processo, fissando l’inizio del dibattimento a giugno 2026, nell’aula di un altro magistrato, Luciano Luccarelli.
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