A TEATRO
Leonardo Manera: «Gli amori sfortunati nella vita? Da ridere»
In scena anche i suoi personaggi e le canzoni con musica dal vivo di Stefano Crovi

«Ogni tanto, quando mi trovavo a cena con amici, mi capitava di raccontare episodi di amore sfortunato vissuti nella mia vita e ho visto che loro si divertivano. Così mi è venuta l’idea prima di fare un libro dove raccontavo episodi di “amore amaro”, dal primo bacio a oggi. Ma man mano che lo scrivo, mi viene in mente di portarne alcuni in uno spettacolo, spiegando i meccanismi anche ormonali dell’amore. E in questo spettacolo racconto alcuni episodi di amore sfortunato nella vita, il tutto intervallato da miei personaggi che hanno come tema centrale l’amore, e da canzoni con musica dal vivo di Stefano Crovi, sempre con l’amore come filo conduttore». Così Leonardo Manera introduce Amore Amaro, lo spettacolo che, con accanto appunto il musicista Stefano Crovi, lo vede l’8 luglio alla rassegna Menotti in Sormani a Palazzo Sormani a Milano. E che in qualche modo, è transitato, anche se solo in piccole pillole “di prova” in una serata recente in cui il popolare e simpatico comico e attore è stato ospite al Caffè Teatro di Verghera di Samarate. Dalle elementari all’età adulta, ecco un tema che riguarda tutti, perché, prosegue Manera, «storie d’amore sfortunate sono capitate a tutti, a me forse in particolare. Ho pensato di riunirle e quest’estate vorrei andare avanti a scriverne altre per il libro, anche più lunghe e intense, che potrebbero poi essere portate sul palco, con episodi tutti tratti da storie vere». E che fanno ridere proprio perché «ci siamo caduti dentro tutti, oltre che per le dinamiche con cui le racconto. Per esempio la più breve – anticipa l’attore – è un episodio accaduto anni fa. Ero in una discoteca e ho notato una ragazza che mi piaceva. Timidamente mi sono avvicinato, le ho detto “ciao” e lei mi ha risposto “no”: la storia più breve di tutte». E uno spettacolo dove Leonardo Manera racconta anche il suo primo bacio. «Avevo quattordici anni, era il periodo in cui si andava ancora in discoteca la domenica pomeriggio. Ero proprio in discoteca e due ragazze mi sono venute a dire che piacevo alla loro amica con cui ho ballato allora un lento. Non ci siamo detti una parola, ma ci siamo baciati senza sapere bene come fare, era il primo bacio per tutti e due. Poi, ognuno con i propri amici sempre senza dirci una parola. Ma la mattina dopo le due amiche della ragazza sono tornate da me a dirmi che alla loro amica non piacevo più». E mentre racconta, ride e sorride anche lui nel ricordare, aggiungendo quale è la scintilla che fa scattare nella sua testa l’idea di un personaggio, di una narrazione, di uno spettacolo. «Di solito – svela – immagino che possa esserci qualcosa che mi diverte ma che potrebbe divertire anche altri. E mi viene voglia di raccontarne e di farne un personaggio».
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