LE REAZIONI
Cattolici meravigliati e felici: «Missionario e studioso»
L’elezione di Leone XIV e i pareri a caldo: «Una figura completa»

«La scelta del nome Leone è stata una grande sorpresa: Leone XIII è stato il papa della Rerum Novarum, la dottrina sociale della Chiesa. Detto che la Chiesa è continuamente riformata, credo che Leone XIV farà certamente la sua parte in questo processo».
Gianni Borsa, giornalista legnanese, corrispondente da Bruxelles e da Strasburgo - le sedi dell’Unione Europea - della Sir - l’agenzia di stampa della Conferenza episcopale italiana - e presidente dell’Azione Cattolica Ambrosiana, commenta così l’annuncio del nome del nuovo Papa e le sue prime parole.
«Per prima cosa però - spiega - va detto che un’elezione così rapida è segno di una grossa convergenza nella Chiesa. E poi aggiungo che Prevost è stato nominato cardinale da Bergoglio e con lui ha molto collaborato: il suo pontificato si reggerà sugli stessi tre pilastri, quello della misercordia, della Chiesa in uscita e del dialogo con il mondo in questo tempo in cui c’è stata una grande accelerazione».
Il fatto che le prime parole di Leone XIV siano state tutte improntate al bisogno di pace nel mondo portano alla necessità di una profonda riflessione soprattutto i più giovani. Se ne fa interprete Leda Mazzocchi, giovane mamma che fa parte del tavolo sociopolitico della zona pastorale di Varese: «Sulla pace indubbiamente ci siamo, è proprio quello di cui tutti abbiamo bisogno in questi anni di guerre e di svolte culturali. Ed è bello che le prime parole del Papa, la cui elezione è forse ancora l’evento più seguito nel mondo e la cui figura è ancora probabilmente la più autorevole, abbia avuto il suo primo pensiero per questo tema». Il nome scelto dal primo pontefice statunitense, Leone XIV, ha sorpreso anche Mazzocchi: «Non me l’aspettavo proprio, pensavo che sarebbe stato scelto Francesco per sottolineare la continuità con Bergoglio, ma non è sicuramente questione di nome. Sono arrivata incerta e incuriosita al momento della nomina, e devo dire che mi ha dato quella fiducia che attendevo. Ho avuto forte la sensazione che il mondo intero ruotasse attorno a questa scelta».
Il mondo cattolico di casa nostra, insomma, pare essere rimasto soddisfatto della scelta fatta in Conclave. L’ultima testimonianza arriva da Carmela Tascone, presidente fino allo scorso settembre delle Acli della provincia di Varese: «L’elezione del cardinale Prevost per me è stata una grossa sorpresa, anche se il suo nome figurava nell’elenco dei papabili» ammette, per poi aggiungere che «Le sue prime parole sono state di grande continuità con papa Francesco, sia per quanto riguarda la pace, sia per la logica di essere ponti, sia per l’apertura al dialogo. E poi c’è da sottolineare il nome scelto: Leone XIII fu il papa della Rerum Novarum, e credo che scopriremo presto la grande attenzione di Leone XIV su questo tema. Infine, sottolineo la completezza della sua formazione: ha compiuto studi profondi, ma è stato anche missionario in un piccolo villaggio del Perù»
Un papa americano, come Trump, con cui non è certo sembrato d’accordo... «Non credo che i cardinali abbiano guardato alla nazionalità, penso piuttosto che abbiano tenuto conto dei bisogni della Chiesa: grande apertura all’accoglienza e coerenza con i Vangeli».
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