CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa, a Gaza fatti orribili ma non mi pronuncio su genocidio

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 18 SET - "La parola genocidio
viene usata sempre più spesso. Ufficialmente, la Santa Sede non
ritiene che si possa fare alcuna dichiarazione in merito in
questo momento". Lo dice il Papa sulla situazione a Gaza nel
libro-intervista che esce oggi in Perù (Penguin), a firma di
Elise Ann Allen. "Esiste una definizione molto tecnica di cosa
potrebbe essere il genocidio, ma sempre più persone sollevano la
questione, tra cui due gruppi per i diritti umani in Israele che
hanno rilasciato questa dichiarazione", ha aggiunto Papa Leone.
Resta per Gaza tutta la sua preoccupazione: "È semplicemente
orribile vedere le immagini che vediamo in televisione, speriamo
che qualcosa cambi la situazione. Speriamo di non diventare
insensibili", "dobbiamo continuare a insistere, per cercare di
apportare un cambiamento".
Sulla questione Lgbt, la Chiesa continua ad essere aperta a
"tutti, tutti, tutti", come detto da Papa Francesco, ma "trovo
altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che la
dottrina della Chiesa, in termini di ciò che insegna sulla
sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio, cambierà".
"Ho già parlato di matrimonio, come ha fatto Papa Francesco
quando era Papa, di una famiglia composta da un uomo e una donna
in un impegno solenne, benedetti nel sacramento del matrimonio.
Ma anche solo dirlo, capisco che alcuni lo prenderanno male",
dice nel libro-intervista "León XIV: ciudadano del mundo,
misionero del siglo XXI".
Sulla questione del trattamento dei migranti nel suo Paese,
gli Usa, sottolinea: "Negli Stati Uniti stanno accadendo alcune
cose che destano preoccupazione". "In una delle ultime
conversazioni che ho avuto con il vicepresidente degli Stati
Uniti", riferisce Papa Leone, "ho parlato della dignità umana e
di quanto sia importante per tutte le persone, ovunque si nasca,
e spero che si trovino modi per rispettare gli esseri umani e il
modo in cui li trattiamo nelle politiche e nelle scelte che
facciamo". (ANSA).
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