LAVORO E FUTURO
Giovani in fuga dal Nord: destinazione estero
Presentata a Castellanza la ricerca “Yes” della Liuc. La difficoltà a raggiungere l’indipende economica e il fenomeno Neet al 18%
Il Nord Italia appare più virtuoso per la maturità raggiunta dai giovani ma è anche il posto da cui si fugge più spesso per cercare fortuna all’estero. Due facce della medaglia emerse alla Liuc nel corso dell’evento “Yes - Youth Enhancement Score: la bussola per ricostruire la prospettiva dei giovani” in cui è stata presentata la ricerca dell’Ufficio Studi, diretto dalla professoressa Chiara Gigliarano e realizzata in collaborazione con Fsi, Ey ed Aifi e la collaborazione di Confindustria Giovani Imprenditori.
INDIPENDENZA ECONOMICA IRRAGGIUNGIBILE
I giovani, risorsa fondamentale per la crescita, in Italia non riescono a raggiungere l’indipendenza economica e a creare legami stabili oltre la famiglia d’origine, prima dei 40 anni, mentre altrove avviene già dai 25-30 (Danimarca, Paesi Bassi e Germania). Va un po’ meglio per chi risiede nel Nord Italia. Per il rettore Anna Gervasoni, «le Università devono fare la loro parte dando gli strumenti per poter affrontare al meglio le sfide del futuro, facendosi altresì portavoce nei confronti delle istituzioni perché ci siano le condizioni per trattenere i nostri migliori talenti in Italia».
I NEET
I Neet in Italia nel 2023 sono circa il 18% della fascia 15-35 anni (rispetto al 10,5% in Germania, al 6,3% dei Paesi Bassi, al 12,9% in Francia, al 13% in Spagna) con forti differenze territoriali. Nord e Centro sono in linea con altre nazioni Ue (12% nel Nord-Est e nel Nord-Ovest: in provincia di Varese, secondo Inps, sono 20mila a non studiare e non lavorare).
DIFFERENZE DI GENERE
Le differenze di genere sono fortemente legate al ruolo di caregiver (22,3% di Neet tra le giovani donne contro il 14,5% dei giovani maschi). Mercato del lavoro instabile e con salari bassi, costi di affitto o acquisto di una casa non sostenibili, welfare insufficiente, difficoltà a fare impresa: sono le carenze del sistema Italia. Il 40% degli under 35 è impiegato in forme contrattuali precarie e negli ultimi 10 anni il flusso annuo di laureati che lasciano l’Italia è più che raddoppiato, passando dai 12 mila del 2013 ai 29 mila nel 2023 con una perdita di circa 3 miliardi di euro nell’ultimo anno per il costo di formazione dei giovani emigrati. Veneto, Lombardia, Lazio sono le principali regioni di partenza; Germania, Svizzera e Spagna le destinazioni scelte più gettonate. Si parte per l’offerta di lavoro all’estero (32%) e la mancanza di opportunità in Italia (27,4%) con il quasi 39% che ritiene molto improbabile un rientro.
DIFFERENZIALE RETRIBUTIVO
Tra gli occupati si riscontra un differenziale retributivo marcato rispetto ai coetanei europei (18mila euro contro i quasi 29mila euro di un tedesco e gli oltre 33mila di uno svizzero). L’accessibilità economica alla casa è un altro ostacolo. A Roma e Milano un ragazzo dovrebbe destinare fino al 92% del reddito mensile per affittare un appartamento con due camere da letto. Con un mutuo, può comprare 13 metri quadrati a Milano, 16 a Roma. C’è poi la difficoltà ad avviare nuove imprese, ma si osserva un netto miglioramento nell’ultimo biennio e maggior facilità in Lombardia.
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