VIOLENZA
Il machete, la paura, lo choc di una madre: «Mio figlio poteva morire»
Dopo l’aggressione di Luino parla la mamma del 17enne in ospedale con lesioni a un braccio

«Ho rischiato di andare a piangere mio figlio sulla tomba». All’indomani dell’aggressione a colpi di machete in piazza Libertà, a parlare è la mamma del diciassettenne ferito con il grosso coltello che gli ha aperto il braccio sinistro. Un’aggressione che ha fatto finire in carcere tre giovani - due tunisini e un italiano di seconda generazione, di 18, 19 e 20 anni - accusati, a vario titolo, di concorso in tentato omicidio e lesioni personali (tutti) e porto di armi e detenzione di stupefacenti a fini di spaccio (solo due).
«TUTTI I GIOVANI SONO IN PERICOLO»
A riportare il pensiero della madre del ragazzo, ricoverato e operato per lesioni ai tendini, ai muscoli e alle ossa, è l’altra donna coinvolta indirettamente in questa notte di violenza: la mamma della fidanzata del giovane, che sabato sera era con lui e con altri adolescenti sul lungolago. «Mia figlia è ancora sotto choc - racconta - Dopo quello che è successo ai nostri ragazzi, penso che tutti i giovani siano in pericolo».
LA DROGA E L’AGGRESSIONE
I tre arrestati (difesi dagli avvocati Stefania Talarico e Stefano Steidl) sono in carcere in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip, in programma domani. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, il trio avrebbe avvicinato dei ragazzi seduti su una panchina offrendo loro della droga. Di fronte al loro rifiuto, è nata un’accesa discussione, fino a quando uno dei tre oggi in cella avrebbe dato una sberla al 17enne. È scoppiata una colluttazione e due dei ragazzi di origine nordafricana avrebbero estratto un machete e un coltello, armi che sarebbero state puntate al collo del minorenne. Il quale, per proteggersi, ha alzato d’istinto il braccio sinistro, colpito violentemente dal machete. In sua difesa è intervenuto anche un altro ragazzo, di 24 anni, a sua volta ferito, fortunatamente in modo meno grave.
VIGO: «SERVONO COLLABORAZIONE E SOLUZIONI»
L’aggressione dell’altra sera ha scatenato anche la polemica politica. Oggi l’intervento di Lorenzo Vigo, consigliere comunale a Cassano Valcuvia, membro del programma Young Elected People del Comitato delle Regioni Europee e responsabile organizzazione di Forza Italia giovani. Il suo è un appello alla collaborazione e alla ricerca di soluzioni: «Come amministratore locale ma, soprattutto, come cittadino, sento il dovere di intervenire - afferma Vigo, sottolineando che la questione sicurezza non può essere gestita esclusivamente a livello comunale, ma richiede una collaborazione a più livelli -. «Siamo consapevoli che il Comune, da solo, non possa farcela ma è suo dovere aprire un dialogo costruttivo con Prefettura, Questura e Regione, per ottenere soluzioni reali da applicare sul nostro territorio. Purtroppo, non si tratta più di un episodio isolato, e non è accettabile che la libertà dei cittadini sia limitata dal comportamento di pochi». Quindi, niente polemiche, ma collaborazione: «Non è il momento di puntare il dito, non serve e non aiuta - dichiara Vigo - è il momento di lavorare insieme: istituzioni, forze dell’ordine, amministrazione e cittadini. Solo così possiamo affrontare un problema reale e portare soluzioni e proposte concrete. Questo è il momento di unire le forze - conclude Vigo, in accordo con il segretario cittadino Piero Carletti - per costruire un fronte comune capace di proporre risposte concrete ai problemi reali del territorio».
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