DUEMILALIBRI
Leggere e avere una storia: la scrittura secondo Maurizio de Giovanni
Lo scrittore campano al Maga di Gallarate per presentare il suo ultimo libro “L’orologiaio di Brest”
«Ho fatto una riflessione sul tempo: il tempo è oggettivo, è una convezione comune. Ma ognuno di noi ha momenti fissi nella memoria che gli hanno cambiato il tempo: l’ultima volta che hanno visto una persona cara, una porta che si chiude, un treno che parte. Ci sono momenti nella memoria per cui il tempo si è fermato: una voce, una carezza, un voltafaccia, immagini, istantanee che hanno cambiato la nostra vita. Il tempo è una materia che tu non puoi gestire, ma che gestisce te». Così Maurizio de Giovanni, tra gli ospiti più attesi a Duemilalibri – il festival del libro organizzato dal Comune di Gallarate – ha affrontato un dei temi cardine del suo nuovo romanzo, “L’orologiaio di Brest” (Feltrinelli), che domenica pomeriggio, 16 novembre, ha presentato nella Sala Arazzi del museo Maga.
L’INCONTRO
In un incontro in dialogo con Danilo Di Termini, lo scrittore napoletano, “padre” letterario di personaggi eccezionali come il commissario Ricciardi, della cui trasposizione televisiva è da poco partita la terza serie, i Bastardi di Pizzofalcone, Sara Morozzi, ha incantato oltre quattrocento persone per quasi due ore, aprendosi ogni volta, a ogni risposta, a ogni scambio con la sua grandissima capacità da narratore. «Per diventare scrittore – ha sottolineato – servono due cose: leggere, che non è una cosa banale, e avere una storia. Non funziona “voglio fare lo scrittore e allora cerco una storia”, ma “ho una storia urgente, la devi scrivere”. Io racconto le mie storie come se le raccontassi a qualcuno che incontro. E la partecipazione emotiva nei confronti dei personaggi da parte dello scrittore deve essere totale: io non credo di essere capace di raccontare una storia dall’esterno, se scrivi un romanzo devi entrare a bordo del personaggio».
IL LIBRO
E tornando ad alcuni dei temi cardine di “L’orologiaio di Brest”, primo romanzo di una piccola serie che de Giovanni ha immaginato su due libri, entrambi però autoconclusivi, anche se avranno gli stessi personaggi, e il prossimo dei quali uscirà nel primo semestre dell’anno prossimo, ha voluto sottolineare quello dei padri e della «carne dei padri: qual è, dov’è? L’esistenza o l’assenza del padre quanto pesa? Questo libro è pieno di padri che non ci sono, per scelta, per disgrazia, per lontananza. Ma non ce n’è uno che non abbia lasciato una grossa cicatrice orientativa nella vita dei figli».
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