SUL PALCO
“E se domani?”: Panariello diverte (e fa pensare) Varese
Il comico ha portato in scena nella “città giardino” il suo nuovo spettacolo
Cosa ci riserverà il futuro? Per scoprirlo, tra una risata (a volte amara) e un sorriso, il teatro di Varese stasera, martedì 18 novembre, è sold-out per lo spettacolo di Giorgio Panariello. Lo show, intitolato “E se domani?”, è un viaggio nel futuro ironico e pungente, raccontato dal comico toscano che si ritrova “ricatapultato” sul palco di Varese dopo una singolare missione nel 2045. «Adoriamo Panariello perché dice in modo divertente cose che fanno pensare» commenta una spettatrice. «Mi piace quando sembra pensieroso e poi dice una battuta, e le sue imitazioni... wow». Lo spettacolo non delude. Panariello, di nuovo nel presente, pervaso dalla paura di dover pagare la TARI e l’IRPEF, inizia a raccontare la sua esperienza nel futuro, senza mai dimenticare il territorio, e con tanti riferimenti locali (come il traffico sulla nostra autostrada). La prima battuta è esilarante: «Ho visto il ponte sullo Stretto, sono andato personalmente a vederlo, ma non serve a nulla, perché nel frattempo sono arrivate le auto volanti. Chi glielo dice a Salvini?».
LE AUTO DEL FUTURO
Le auto del futuro sono comode, saltano code e semafori, ma «l’unica cosa è che non trovi moscerini sul parabrezza, ma gabbiani, rondini e paracadutisti». Le regole di volo sono ferree, con tanto di “volanti” e l’obbligo di prendere la patente di volo. I carabinieri restano a terra: «Le gazzelle non volano». Le nuove auto-volanti atterrano sui tetti, e qui <è un casino, perché le donne alle volanti sono un pericolo costante».
LE FAVOLE DA RIVEDERE
Le città, in questo futuro immaginato, si sviluppano in verticale, cosa che impone di rivedere anche le favole: «La bella addormentata nel bosco verticale, Cappuccetto Rosso che entra nel bosco verticale». La carne non esisterà più, e il piatto principale saranno gli insetti. Ecco dunque la tappa all’Insetteria Pio Bove, dove si trovano grilli «da fare saltimbocca o al grill», millepiedi «per mille scarpette» e zanzarine «fatte al momento, abbrustolite le lampade». Panariello scherza poi sull’invenzione di un casco per leggere nella mente, consolandosi forse del fatto che, tra ampi décolleté e lati B, i pensieri sembrano essere sempre gli stessi. Ma il comico conclude con la sua proverbiale vicinanza al pubblico: «Secondo voi io avrò mai bisogno di un casco per sentire cosa pensa la gente? No, io sto in mezzo alla gente, io l’ascolto la gente».
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