UNIVERSITA’
Mare e Yamamay, la tesi di India Milani
Nell'elaborato della studentessa dell'Insubria il rapporto tra impresa e sostenibilità

Una tesi sul mare e sull’impresa: Yamamay e One Ocean Foundation insieme per la sostenibilità. Non solo un elaborato accademico, ma il racconto di un percorso che unisce impresa, ricerca e futuro sostenibile. Questa mattina, lunedì 29 settembre, nella sede di Gallarate di Yamamay è stata presentata la tesi di India Milani, laureata all’Università dell’Insubria, dal titolo “Yamamay ESG Report: Protezione degli ambienti marini in collaborazione con One Ocean Foundation”.
Il progetto Mare
Il lavoro ha messo in luce il legame fra l’azienda di lingerie e la tutela degli oceani, attraverso l’analisi del Bilancio di Sostenibilità di Yamamay – giunto alla sua sesta edizione – e della collaborazione con One Ocean Foundation. Il cuore dello studio si concentra sul progetto M.A.R.E. (Marine Adventure for Research & Education), promosso dalla Fondazione Centro Velico di Caprera con One Ocean Foundation come partner scientifico: un catamarano che ogni anno attraversa il Mediterraneo raccogliendo dati su inquinamento, biodiversità, specie aliene e bioacustica marina, ospitando a bordo studenti e ricercatori. «Sostenibilità per noi è uno dei perni e deve essere la spinta in più per essere competitivo sui mercati. Il lavoro di India è stato un’ulteriore occasione per Yamamay di testimoniare il proprio impegno per la sostenibilità e scoprire come università e One Ocean Foundation collaborano per ridurre gli impatti sugli oceani. Per Yamamay il concetto di competitività sostenibile rappresenta un principio guida: ci spinge a investire e a credere in una comunità in cui non solo la riduzione degli impatti ambientali è centrale, ma anche le infinite possibilità di svolgere attività collaborative con il mondo della scienza. E proprio questa sinergia arricchisce il nostro modo di concepire il prodotto: bello, innovativo, di qualità e, al tempo stesso, realizzato per un miglioramento dei impatti su ambiente e persone», ha sottolineato Barbara Cimmino, Head of Csr & Innovation di Yamamay. Il progetto, avviato nel 2022, prende vita in mare aperto. Ogni anno un catamarano solca il Mediterraneo per raccogliere dati: campioni di plancton per monitorare i contaminanti, rilievi sulla biodiversità per capire dove istituire aree marine protette, studi bioacustici per ascoltare le voci sommerse dell’ecosistema. A bordo salgono studenti e ricercatori, che trasformano la navigazione in un laboratorio itinerante.
Sostenibilità, il valore aggiunto
A ribadire il valore della ricerca è stata Ginevra Boldrocchi, coordinatrice scientifica di One Ocean Foundation: «La nostra salute dipende dallo stato di salute degli oceani. Difendere il mare è un qualcosa che ha valore anche nel mercato del lavoro, perché sempre più aziende investono in progetti di salvaguardia dell’ambiente». Per il relatore della tesi, Daniele Crotti, ricercatore all’Insubria, la sfida è chiara: «Di solito la responsabilità sociale si fa restando nell’ambito dell’azienda. Con progetti come M.A.R.E. si va oltre: questo è attivismo, perché esce dai confini e crea un impatto reale». India Milani, nel raccontare la propria esperienza, ha spiegato come la sua ricerca abbia voluto mettere in luce un percorso concreto: «Il mio lavoro è stato una lente per capire come un’azienda possa integrare davvero la sostenibilità. Non si tratta di greenwashing ma di un progetto strutturato. Yamamay ha fatto notevoli passi avanti e aziende come questa possono diventare protagoniste di un cambiamento sostenibile, persino in un ambito complesso come quello della tutela marina». Dal canto suo, Enrico Bertacchi della Fondazione Centro Velico Caprera ha ricordato che la vela stessa, in questo progetto, diventa strumento scientifico: dalla raccolta dei campioni di plancton per analizzare i contaminanti, al monitoraggio della biodiversità e dei livelli di mercurio nei fondali, fino alle ricerche di bioacustica e citizen science. Un impegno che conferma, ancora una volta, come la moda possa andare oltre i confini del prodotto, trasformandosi in alleata della ricerca e della divulgazione scientifica. Perché la salute degli oceani è anche la nostra salute, e il futuro di tutti passa anche da qui.
Un orizzonte comune
L’incontro ha restituito l’immagine di una collaborazione che non si limita a dichiarazioni d’intenti. I dati scientifici, la divulgazione, l’apertura agli studenti e il coinvolgimento delle imprese dimostrano che è possibile unire mondi apparentemente distanti, come la moda e la ricerca oceanografica. È se la salute dei mari coincide con quella dell’umanità, allora iniziative come questa non sono solo progetti aziendali: diventano la trama di un futuro più equo, dove competitività e sostenibilità si fondono in un’unica rotta. Una rotta che Yamamay, insieme a One Ocean Foundation, sembra aver deciso di seguire con convinzione.
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