L’OMICIDIO
«Mi diedero alcol, cibo e cocaina»
Delitto Ravasio, depositata in Corte d’assise la perizia sul figlio di Adilma: capace di intendere. il suo racconto allo psichiatra

Igor Benedito è del tutto capace di intendere e di volere e lo era anche nel momento in cui guidò la Opel Corsa contro Fabio Ravasio per ucciderlo. È uno degli elementi emersi ieri, lunedì 6 ottobre, alla riapertura della corte d’assise dopo la pausa estiva.
SEDATO DAI COIMPUTATI
Allo psichiatra Marco Lagazzi il ventiseienne figlio di Adilma Pereira Carneiro ha raccontato dettagli mai emersi né in fase di indagine né nel corso delle udienze. «Avevano paura che andassi a denunciare, così nelle ore dopo il fatto mi tranquillizzarono dandomi alcol, cibo e ulteriore cocaina»: Igor non ha precisato che nella notte tra il 9 e il 10 agosto dell’anno scorso gli avesse somministrato quel mix stordente, nella perizia si parla di «coimputati». Ma la circostanza si inserisce nel quadro già tracciato da giovane: «Io non volevo farlo ma non potevo tirarmi indietro perché avrei avuto solo complicazioni, sarei stato isolato dalla famiglia, cacciato da casa, non avrei più avuto aiuto economico e sentimentale dalla famiglia».
I MESSAGGI
Allo psichiatra ha inoltre riferito i messaggi ricevuti nei giorni precedenti, anche da Massimo Ferretti, l’amante della madre: «Io all’inizio avevo rifiutato ma nei giorni dopo mi scrivevano di tutto di più: «Bravo continua così, si vede come tieni alla famiglia».
UN DELITTO CLASSICO
A parere di Lagazzi, il caso di Igor e della sua complicità nelle trame della madre «non ha alcuna rilevanza psichiatrica-forense. Rientra dal punto di vista criminologico nei classici casi di omicidio nell’ambito di nuclei inseriti in una realtà antisociale», almeno stando al narrato del ventiseienne, «esattamente come avviene quando nei contesti mafiosi o camorristici si richiede al giovane adulto del clan un gesto che dimostri la sua adesione e la sua idoneità a compiti più impegnativi». Prima della prova del fuoco, il ragazzo in passato sarebbe già stato indotto a commettere reati: «Il candomblè ha esercitato su mia madre una forte influenza anche economica. Mi chiedeva di fare piccoli furti perché doveva sempre dare denaro al pai de santo».
© Riproduzione Riservata