IN TRIBUNALE
«Nessuno dei Do.Ra. ha nascosto di essere neonazista»
Il giornalista Paolo Berizzi testimone al processo contro Alessandro Limido di Dodici Raggi accusato di diffamazione. I fatti nel 2022 ad Azzate
«Io non punto il dito contro i Dodici Raggi, faccio il mio lavoro di cronista, raccontando fatti. E nessuno dei DoRa ha mai nascosto la loro natura neonazista e neofascista». Parola del giornalista Paolo Berizzi, ascoltato come persona offesa oggi in tribunale a Varese nel processo ad Alessandro Limido, leader della Comunità Militante dei Dodici Raggi, accusato di diffamazione ai danni dello stesso inviato di Repubblica.
«Da anni vengo attaccato da questa associazione e dall'imputato», ha spiegato Berizzi al banco dei testimoni, a un metro di distanza da Limido. In aula anche una decina di militanti dell'associazione di estrema destra.
Era il 18 marzo 2022 e il giornalista di Repubblica fu invitato dall'Anpi ad Azzate per presentare il suo libro “È gradita la camicia nera”. Limido invitò Berizzi a un confronto pubblico, e di fronte al suo rifiuto («Un invito stravagante, provocatorio, che non potevo certamente accettare, anche per motivi di sicurezza», ha detto Berizzi in aula) si presentò, in un’altra piazza, con un cartonato del cronista, con tanto di capelli da clown. E lo bollò come «ridicolo, bugiardo e moralmente patetico: è un cretino». Il video della serata fu poi diffuso sul canale Telegram dei DoRa e oggi è stato mostrato in aula. Il giornalista di Repubblica è parte civile, così come la Federazione nazionale stampa italiana.
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