IL CASO
Pista ciclabile in viale Belforte. Scoppia la protesta
Negozianti sul piede di guerra: «Inutile e ci farà chiudere». Dure critiche al Comune di Varese. E la Lega attacca l’«assessore influencer»
«La ciclabile di viale belforte rischia di portare alla chiusura le nostre attività». L’allarme è stato lanciato oggi, venerdì 12 dicembre, da Ascom Varese (associazione commercianti) che in mattinata ha avuto un primo incontro per discutere delle modifiche viabilistiche nel comparto. E l’esito non è stato positivo, al punto che si annunciano «azioni di protesta».
L’incontro, nella sede di Ascom, è stato con una delegazione di una decina di negozi della zona.
LE MODIFICHE
La costruzione delle nuova pista ciclabile in viale Belforte andrà, secondo quanto riferito da Ascom, a «limitare notevolmente la possibilità di accedere alle strutture commerciali presenti sul viale, soprattutto per quelle attività che vengono rifornite da mezzi di grandi dimensioni».
Le novità riguardano l’ultimo tratto di viale Belforte dove si viaggerà su un’unica corsia. E - fa notare Ascom - cambia anche via Carcano: doppio senso di marcia, così come via Ledro e l’ultimo tratto di via Tonale verso viale Belforte.
«L’anello attuale tra le vie Belforte, Carcano, Ledro e Tonale sarà, così come appare dalla documentazione del Comune, interrotto: dalla via Tonale non si potrà più svoltare su viale Belforte verso Biumo Inferiore, ma soltanto proseguire in direzione Malnate - si legge nella nota diffusa da Ascom -. Questo comporterà una drastica riduzione del passaggio di auto nel tratto di viale Belforte che va dal semaforo di via Cortina d’Ampezzo a Biumo Inferiore. Mentre andrà a creare, a parere degli operatori commerciali, un sovraccarico di traffico sulla via Carcano, che però potrà far piacere alle medie strutture di vendita recentemente insediate in quel tratto».
Altro problema sollevato: il tratto di viale Belforte che va da via Tito Molina fino alla concessionaria Audi (incrocio via Zugna), dove è previsto il completamento della pista ciclabile sul lato destro, verso Malnate, «che di fatto impedirà a tutti i potenziali clienti delle attività commerciali del viale di effettuare fermate di breve periodo».
«UNA DOCCIA FREDDA»
Gli operatori commerciali lamentano di non aver ricevuto per tempo informazioni relative al progetto. In pratica, di non essere stati coinvolti nelle valutazioni. «A fronte del passaggio pressoché nullo di ciclisti, i negozianti auspicavano l’eliminazione della pista ciclabile a raso» è l’osservazione. Ed ecco la critica: «Per questo la scelta del Comune di strutturarla maggiormente, dotandola di cordolo e paletti dissuasori, viene recepita come uno spreco di risorse pubbliche che non porta alcun vantaggio alla collettività, e addirittura porterà sicuramente danno all’economia del comparto».
LE RIPERCUSSIONI
«Questo intervento ci penalizza fortemente, si stima che su 100 auto, 60 non passeranno più davanti ai nostri negozi. Anche la consegna della merce sarà sicuramente un problema, che potrebbe condizionare negativamente la viabilità» spiega Gianangelo Guidali di 2G Car Srl.
«La conseguenza più immediata, dovuta al calo di lavoro, sarà quella di dover licenziare il personale in esubero» tuona Sara Tringale del bar La Bussola.
«Sono uno dei pochissimi calzolai rimasti in Varese. Ostacolare i miei clienti nel raggiungere il negozio potrebbe comportare davvero la fine della mia attività storica» è il commento di Dario Cafà del calzolaio Original Miniature.
LE PROSSIME AZIONI
«Siamo amareggiati del fatto che, nonostante tutte le dichiarazioni di attenzione che riceviamo dalle istituzioni locali verso il mondo del commercio tradizionale, i fatti vadano in un’altra direzione - osserva Antonio Besacchi, presidente di Confcommercio Ascom Varese -. Il mancato coinvolgimento di tutti gli operatori commerciali del viale ha unito ai timori un profondo malcontento. C’è davvero il rischio concreto di dover abbassare le saracinesche per sempre. I negozi vivono di parcheggi e del passaggio delle auto. Andare a toccare questi fattori richiede studi sulla ricaduta economica del comparto».
«Perché non siamo stati interpellati? - domanda Besacchi -. Adesso non intendiamo lasciar soli i nostri associati di fronte a questo problema. Ricordiamoci che dietro ad ogni attività imprenditoriale ci sono famiglie che rischiano di rimanere senza lavoro».
Mercoledì 17 dicembre, alle 20, è previsto in Confcommercio Ascom Varese. in via Valle Venosta, un’assemblea con i negozianti del comparto per decidere le prossime mosse. Si annuncia battaglia.
LA LEGA ATTACCA CIVATI
Sulla questione della pista ciclabile in viale Belforte è intervenuta, dopo la presa di posizione di Ascom, la Lega. «Il gruppo della Lega in Consiglio comunale esprime totale e incondizionata solidarietà ai commercianti di Viale Belforte. La loro protesta è l’evidenza di un malcontento che non può più essere ignorato. Siamo convinti che questo progetto sia l’ennesimo esempio di pianificazione imposta dall’alto, totalmente avulsa dalle reali esigenze del tessuto economico e viabilistico della zona». «Rischiare di soffocare attività commerciali storiche eliminando parcheggi essenziali per l'accesso ai negozi non è 'mobilità sostenibile', ma una scelta politica che danneggia Varese - aggiunge la Lega -. È un dovere istituzionale ascoltare chi lavora, chi produce e chi paga le tasse in questa città, prima di procedere con decisioni così impattanti».
Stefano Angei, vice capogruppo della Lega, rincara la dose: «La misura è colma. L’assessore Andrea Civati, anziché affrontare seriamente i problemi del commercio e della viabilità, sembra più interessato a produrre l’ennesimo video per i social media, trasformando il suo ruolo istituzionale in un palcoscenico di auto-promozione continua. Ricordo al signor assessore che riceve un lauto stipendio pagato da tutti i varesini, compresi i commercianti che oggi stanno protestando per sopravvivere. I cittadini si aspettano lavoro serio, confronto costruttivo e soluzioni reali per i problemi della città, non clip di propaganda e 'pillole' digitali». «Si tolga la telecamera di mano e si metta a lavorare seriamente, per onorare il mandato e lo stipendio che riceve. La nostra città merita amministratori presenti e concreti, non influencer della politica» conclude Angei.
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