L’EPISODIO
Prende la pizza e scappa: «Avevo bevuto, non ero lucido»
Il ventisettenne a processo con l’accusa di rapina per aver rubato una teglia da 16 euro a Malnate è stato assolto dopo aver risarcito

Ubriaco, prese una teglia di pizza e uscì dalla panetteria senza pagare il conto (16 euro); ne nacque una breve colluttazione e alla fine il cliente “distratto” si è ritrovato a processo per rapina impropria. Accusa dalla quale però il ventisettenne di Malnate è stato scagionato: il reato è stato riqualificato in furto e quindi è stato dichiarato estinto perché nel frattempo l’imputato ha risarcito il danno.
LA DINAMICA
«Prendi la pizza e scappa»: prendendo in prestito una famosa pellicola di Woody Allen, potrebbe essere questo il titolo del film andato in scena nel 2018 in un panificio malnatese. Secondo il capo d’imputazione, il giovane - difeso dall’avvocato Sandro Damiani - ritirò la pizza e se ne andò senza passare dalla cassa. Il ragazzo ha poi ammesso che non era lucido perché aveva esagerato con l’alcol e, per questo, era uscito convinto di aver pagato. Il personale del negozio gli corse dietro e lui, per assicurarsi la fuga, avrebbe lanciato la teglia addosso agli inseguitori, con il quale ebbe poi uno scontro fisico. Da qui anche l’accusa di lesioni personali, che si è aggiunta a quella di rapina impropria per aver usato la violenza per liberarsi di coloro che volevano fermarlo.
GLI SVILUPPI IN TRIBUNALE
Ma l’istruttoria davanti al giudice Stefania Brusa, è arrivata a un’altra conclusione. Grazie soprattutto alla proiezione delle immagini delle telecamere che hanno ripreso tutta la scena. Nel video infatti - come sottolineato anche dal pubblico ministero Monica Crespi - si vede che la teglia incriminata viene scagliata a terra, non contro le persone; nella conseguente zuffa vola anche qualche pugno di cui fanno le spese i panettieri. I quali hanno però ritirato la querela in udienza, facendo cadere l’accusa di lesioni. Il giudice ha invece derubricato la rapina in furto, e anche in questo caso, di fronte alla “condotta risarcitoria” (l’indennizzo), è scattata l’estinzione del reato.
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