SUL PALCO
Scommegna a teatro, una carezza in un pugno
“La Molli. Divertimento alle spalle di Joyce” a Varese. Palazzo Estense si tinge di rosa

Una sedia, un bicchiere, qualche fazzoletto di carta. In fondo per fare del buon teatro, anche non in teatro, basta poco. Avere il testo di James Joyce e attrice Arianna Scommegna un po’ aiuta. Fa il suo anche la regia di Gabriele Vacis. Varese ne scoprì per la prima volta la creatività nel 1993 in occasione della goldoniana Trilogia della villeggiatura, quando il pubblico, entrando all’Impero, trovò la compagnia del Laboratorio Teatro Settimo schierata sul palco ad aspettarlo.
In La Molli. Divertimento alle spalle di Joyce, al Salone Estense di Varese (con il Palazzo illuminato di rosa per promuovere la tutela della salute femminile) per la rassegna Parola di donna, in scena c’è soltanto – si fa per dire – Arianna Scommegna. Per dare voce e corpo all’ultimo capitolo dell’Ulisse dello scrittore irlandese. Da quelle quaranta pagine, otto frasi interminabili e due soli segni di punteggiatura che costituiscono Il monologo di Molly Bloom, lei e Vacis – adattamento curato da entrambi – hanno tratto un lavoro che in un primo momento spiazza e basta ma poi cattura fino a rivelarsi travolgente. Sarà che Joyce ce lo si aspetta, sbagliando, un po’ meno spirito libero e che la parlata milanese ricorda l’insuperabile Mariangela Melato di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto ma all’inizio lo spettatore tende a tenere la guardia alzata. Destinata a essere abbassata davanti ai fiumi di parole, colori, immagini e associazioni di “Fior di montagna“, come si definisce la Molli (l’articolo davanti al nome, abitudine milanese sferzata da Nanni Moretti in Ecce Bombo), capace di divertire, commuovere e fare pensare.
Una carezza in un pugno è quel che esce dall’ora di teatro che sintetizza la notte insonne di una donna amata meno di quanto meritasse ma non per questo incapace di derubricare le armi da guerra a simboli sessuali o di dire sì alla vita. Bel messaggio, in qualunque epoca.
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