L’INCHIESTA
Sotto choc dopo aver ucciso il padre
L’avvocato in carcere: «Francesco sta male»

«Ammanuel Francesco è ancora sotto choc. Non era in grado di parlarmi». L’avvocato Eugenio Losco ieri mattina, martedì 8 luglio, si è presentato in carcere a Varese per incontrare il ragazzo di 24 anni che domenica sera ha ucciso con una coltellata al petto il padre adottivo Boris Rezzonico, 57 anni, di Lugano, nella casa di Luino in cui vive la madre del giovane dopo la fine del matrimonio. Ma le condizioni di Ammanuel, già apparso in stato confusionale la sera che si è conclusa con il suo fermo per omicidio aggravato, non hanno consentito al legale di avviare con lui un confronto chiaro, sereno, soprattutto in vista dell’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari in programma questo pomeriggio ai Miogni. «Sta male, ci vorrà del tempo prima che si riprenda», prosegue l’avvocato. «È assente, ha evidenti difficoltà in questo momento. Ha un blocco, anche per lui lo choc è stato molto forte».
CONVALIDA DEL FERMO
Il gip Marcello Buffa, dopo aver ricevuto gli atti dalla Procura, ha fissato per le 16 di oggi l’udienza di convalida nella casa circondariale dei Miogni, dove Rezzonico è rinchiuso dalla notte tra domenica e lunedì. Al termine dell’interrogatorio con il pubblico ministero Carlo Enea Parodi, infatti, il sostituto procuratore ha firmato il provvedimento di fermo, ritenendo sussistenti «serissime esigenze cautelari», in primis il pericolo di fuga, alla luce anche della vicinanza con la Svizzera dove il ragazzo risiede.
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