MOBILITAZIONE
«Stabilizzate i precari della Giustizia»
Il presidio davanti al Tribunale di Varese. I contratti degli addetti all’Ufficio del processo scadranno a fine giugno 2026: incognita sui fondi
Ieri mattina – martedì 1 luglio – in piazza Cacciatori delle Alpi, davanti al Tribunale di Varese, si è svolto un presidio organizzato dai sindacati Fp Cgil, Uilpa e Usb Pi per chiedere la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato Pnrr del Ministero della Giustizia, gli addetti all’Ufficio del processo.
I NUMERI A VARESE
I contratti scadranno infatti il 30 giugno del prossimo anno e, al momento, il governo pare intenzionato a stanziare risorse sufficienti solo per circa metà degli attuali addetti. A Varese si parla di 29 lavoratori, a fronte di un organico previsto di 42 unità, quindi con una scopertura superiore al 30 per cento, oltre a tre tecnici amministrativi e due operatori data entry. Personale ritenuto fondamentale per l’amministrazione della giustizia a livello locale. L’attività dell’Ufficio del processo, presso la magistratura inquirente e giudicante, nel penale e nel civile, è ormai strutturata ed efficiente: basti pensare che nel settore civile ha portato all’azzeramento dell’arretrato.
L’APPELLO AI CITTADINI
Ieri al presidio hanno partecipato il segretario territoriale Uilpa di Varese Angelo Giorgi e Gianlucio Valenti Ronchi, della Rsu Uilpa del Tribunale. I lavoratori hanno lanciato un messaggio ai cittadini: «Stiamo lottando per la stabilizzazione del nostro posto di lavoro. Il nostro contratto scadrà a giugno 2026. Siamo impegnati ogni giorno a fornire servizi sempre più efficienti e celeri a voi cittadini che frequentate i nostri uffici. Lo facciamo con entusiasmo, professionalità e sacrificio, convinti che il nostro lavoro sia di grande utilità per migliorare la nostra amministrazione. Vi chiediamo di aiutarci in questo nostro impegno per sensibilizzare l’opinione pubblica tutta».
LE RICHIESTE
La mobilitazione di ieri si inserisce in un percorso nazionale promosso da Fp Cgil, Uilpa e Usb Pi, che hanno organizzato assemblee e presidi unitari davanti ai tribunali di tutta Italia il 30 giugno e l’1 luglio per chiedere un investimento adeguato negli organici del personale di ruolo e la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari della giustizia. Secondo i sindacati, il contributo dato in questi anni da questi lavoratori all’ammodernamento del sistema giustizia, dalla riduzione dell’arretrato all’innovazione digitale e organizzativa, è innegabile. «La stabilizzazione di solo una parte del personale attualmente in servizio, come nelle intenzioni del governo, penalizzerà migliaia di lavoratrici e lavoratori che rischiano la disoccupazione – spiegano i sindacati – e danneggerà anche chi è già a tempo indeterminato, oltre che il sistema giustizia nel suo complesso». Le organizzazioni sindacali ribadiscono la richiesta al governo di garantire la continuità occupazionale e la valorizzazione di tutte queste figure professionali, prevedendo risorse adeguate per l’assunzione a tempo indeterminato.
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