FRONTALIERI
«Trasferite tutti i ristorni»: la Provincia si appella al Governo
L’ente interviene sull’ipotesi di versare solo 89 milioni ai Comuni di frontiera. «Evitare modifiche improvvise che incidono in maniera decisiva sugli enti locali»
La Provincia di Varese esprime «profonda preoccupazione» per l’ipotesi, emersa in queste settimane, che nel 2026 vengano versati ai Comuni di confine con la Svizzera soltanto 89 milioni di euro sui 128 milioni di ristorni generati e riconosciuti dai Cantoni svizzeri a beneficio dei territori di frontiera. Si legge nella nota firmata dal presidente Marco Magrini, dal capogruppo dei “Civici Democratici”, Fabio Passera, e dal capogruppo de “La provincia al Centro”, Matteo Marchesi: «Si tratta di una prospettiva che, se confermata in sede di Legge di Bilancio, metterebbe in seria difficoltà i Comuni interessati nella chiusura dei bilanci e nella garanzia dei servizi essenziali alle proprie comunità, in territori già segnati da fragilità infrastrutturali, sociali e demografiche».
La preoccupazione è condivisa dai sindaci di tutta l’area di confine, al di là di ogni appartenenza politica, che hanno chiesto alla Provincia di Varese e al suo presidente, Marco Magrini, di assumere una posizione chiara e pubblica. «La Provincia di Varese – dichiara il presidente Marco Magrini – non intende entrare in contese di parte. Ci rivolgiamo al Governo e a tutte le forze politiche con un appello semplice e fermo: rispettare integralmente l’impegno assunto nei confronti dei lavoratori frontalieri e dei loro Comuni, facendo sì che i ristorni siano trasferiti nella loro interezza ai territori di confine. Non sono solo numeri di bilancio: sono il segno tangibile di un patto di lealtà tra lo Stato e le sue comunità di frontiera». L’ipotesi di limitarsi ai soli 89 milioni di euro – soglia minima di salvaguardia prevista nella ratifica dell’accordo fiscale Italia–Svizzera – giunge in una fase cruciale per la programmazione finanziaria degli enti locali e rischia di compromettere, “a giochi in corso”, l’equilibrio degli esercizi in via di chiusura. «Da sindaco di un piccolo Comune – prosegue Magrini – so bene che cambiare le regole mentre i bilanci sono in costruzione significa, per molti, dover scegliere quali servizi tagliare: il trasporto degli studenti, l’assistenza alle famiglie fragili, la manutenzione delle strade, la cura del territorio. Si chiede ai Comuni di essere il primo presidio della vita quotidiana dei cittadini: per esserlo davvero, è necessario che non vengano privati di risorse che sono state pensate e concordate proprio per sostenere questi territori».
La scelta prospettata non colpirebbe soltanto i Comuni, ma anche la stessa Provincia di Varese, che vedrebbe venir meno una cifra che oscilla tra i 2 e i 3 milioni di euro di risorse destinate, a cascata, all’intero territorio: interventi nelle scuole superiori, manutenzione delle strade provinciali, cura delle piste ciclabili che rappresentano un patrimonio non solo per i residenti ma anche per il comparto turistico. «Tagliare queste risorse – sottolinea ancora Magrini – significa incidere sulla vita di tutti i giorni delle nostre comunità: istruzione, mobilità, sicurezza, sviluppo locale. Non possiamo permetterci di arretrare proprio nei territori che già lottano contro lo spopolamento, in particolare nei borghi montani delle province di Varese, Como, Lecco, Sondrio e del Verbano-Cusio-Ossola».
La Provincia di Varese ribadisce il proprio ruolo di “Casa dei Comuni” e si schiera al fianco dei sindaci di tutte le aree di confine, riconoscendo nei ristorni uno strumento fondamentale, ancora tutelato da accordi internazionali, per garantire condizioni minime di equità tra chi vive nelle zone di frontiera e il resto del Paese. «Prendiamo altresì atto – si legge –, con spirito di leale collaborazione istituzionale, della volontà manifestata dal Governo di destinare la differenza tra i 128 e gli 89 milioni di euro a interventi che abbiano comunque ricadute concrete sull’area di frontiera. Proprio per questo riteniamo ragionevole e coerente mantenere per l’anno 2026 l’attuale assetto, garantendo ai Comuni di confine l’integrale trasferimento dei ristorni 2025, così da consentire la corretta chiusura dei bilanci e la continuità dei servizi. Ciò permetterebbe, nel contempo, di impegnarsi sin d’ora – Governo insieme ai Comuni e agli enti territoriali – in una progettazione condivisa delle scelte per il 2027, alla ricerca di interventi realmente strategici per le popolazioni di confine, evitando misure episodiche e frammentarie, che rischierebbero di disperdere le risorse e di alimentare delusione e sfiducia nei territori che più hanno bisogno di coerenza e visione. Con uno spirito che vuole richiamare il senso più alto della responsabilità pubblica, la Provincia di Varese rivolge dunque un appello rispettoso ma fermo al Governo: di confermare il trasferimento integrale dei 128 milioni di euro di ristorni ai territori di frontiera; di evitare modifiche improvvise a regole che incidono in maniera decisiva sugli equilibri finanziari degli enti locali; di considerare i Comuni di confine non come margine geografico, ma come presidio vivo della Repubblica, da sostenere e valorizzare».
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