L’INTERVENTO
Vannacci sprona Varese: «E’ addormentata, va risvegliata»
La ricetta del generale. Team Vidoletti con vista elezioni: «Serve coraggio»

È passato poco più di un mese dalla visita di Roberto Vannacci a Varese: al Lyceum – nell’evento organizzato da Living – è stato un successo. Poi il generale è diventato vicesegretario della Lega e ha pure preso di mira Alessandro Gassman e il suo atteggiamento «radical chic» dopo il Remigration Summit nel teatro gallaratese intitolato a suo padre. Sarà perché qui c’è quella pancia del Paese che sta tanto cara all’autore del Mondo al Contrario, sarà perché il Team Vidoletti nato su impulso di Stefania Bardelli gli riporta vizi (molti) e virtù (poche) di questo territorio, fatto sta che l’europarlamentare leghista interviene a seguito del comunicato del suo gruppo di riferimento con una nota molto dura.
«Un risveglio vero»
«Quello che succede a Varese - scrive Vannacci - è il riflesso di un’Italia che si sta dimenticando chi è. Una nazione con una storia millenaria che oggi sembra smarrita, priva di direzione, senza modelli. Intanto chi denuncia certe verità viene isolato, come se fosse un problema dire le cose come stanno. Ma noi non ci stiamo. Servono idee chiare, serve identità, serve un risveglio vero. Dobbiamo tornare a dare valore a parole come Patria e Merito. Non per guardare indietro, ma per costruire un futuro in cui Varese, e tutta l’Italia, tornino ad avere voce e visione».
«Terra di nessuno»
Ma perché questa presa di posizione così drastica? C’è chi dice che il suo gruppo si stia già organizzando per contare in vista delle elezioni comunali 2027. Oppure, più semplicemente, che, Vannacci voglia far sentire la sua presenza locale per non apparire solo come quel personaggio che si vede in televisione. Più semplicemente il generale, a differenza di tanti suoi colleghi politici, ha capito che per essere ascoltato dalla gente bisogna tornare sul territorio. Ed è questo che fa il suo Team. Leggere per credere: «C’è un pezzo di Varese che non esiste più – scrive Stefania Bardelli - un pezzo che un tempo era città, oggi è solo confine, terra di nessuno, zona franca dove il degrado ha preso residenza e la legalità si è trasferita altrove. Gente che entra senza documenti, senza rispetto, senza intenzione di integrarsi, ma con molta pretesa e zero doveri. Il risultato? Quartieri interi lasciati allo sbando. Chi vuole stare in Italia, rispetta le leggi italiane. Non è razzismo, è logica. Non è odio, è rispetto per chi lavora, paga le tasse e ha il diritto di vivere in sicurezza nella propria città. La sicurezza non è un privilegio, è un diritto. E chi non la garantisce, tradisce i cittadini».
«Spenta e addormentata»
Altro fronte caldo è quello della cultura: «E poi c’è la cultura, o meglio, quella che dovrebbe esserci. Perché Varese è bellissima, o almeno lo era, ma ora è come una villa storica lasciata all’incuria, che cade a pezzi mentre tutti fanno finta di non vedere. La città è spenta, addormentata. Niente eventi che contino, niente musica che valga la pena, nessuna iniziativa che faccia notizia. A due passi dalla Svizzera, a mezz’ora da Milano, a un tiro di schioppo dal Lago Maggiore, siamo riusciti a diventare l’ultima ruota del carro. Un miracolo al contrario».
«L’erba cresce»
Il Team Vannacci alza l’attenzione pure sul turismo: «Milioni di turisti passano tra Como, Milano e il Piemonte senza nemmeno voltarsi verso di noi. E come potrebbero? Non c’è nulla da vedere, nulla da ascoltare, nulla da vivere. L’unica cosa che si muove a Varese è l’erba che cresce tra le crepe dei marciapiedi. Serve una visione, serve coraggio, serve qualcuno che dica la verità e agisca di conseguenza. Perché una città che non sogna, è una città che muore».
«Finisce in panchina»
Infine lo sport: «Varese non è solo una città: è una storia sportiva gloriosa, che ora sembra diventata solo un ricordo da cartolina ingiallita. Impianti vecchi, strutture inadeguate, zero investimenti. Bisogna ricostruire, servono nuove infrastrutture, nuovi spazi sportivi moderni, accessibili, vivi. Lo sport è coesione, è educazione, è orgoglio. Non si può parlare di rilancio di Varese se lasciamo morire anche la sua anima sportiva. O la città torna a correre o finisce in panchina, per sempre».
Chi vivrà vedrà
Verrebbe da dire? Cari supporter di Vannacci adesso tocca a voi. Ma prima di agire, devono passare dal consenso elettorale: nella Lega? Con la Lega? Come diceva quel tale: chi vivrà vedrà.
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