L’ADDIO E LE RIFLESSIONI
Varese, Battarino saluta: “Ecco la mia idea di giustizia”
Il magistrato ha lasciato la toga e presentato il suo ultimo libro
Il saluto. Il libro. Le riflessioni. Autorità, magistrati, avvocati, amici e lettori curiosi hanno affollato ieri pomeriggio, martedì 31 gennaio, il Salone Estense di Varese. E Giuseppe Battarino, quando mancavano poche ore alla fine della sua carriera in magistratura, li ha incontrati per presentare il suo ultimo libro, “Un’idea quotidiana di giustizia” pubblicato dall’editore Macchione. «Questa è una grande manifestazione di affetto», ha detto Battarino, affiancato nella presentazione dal giornalista della Prealpina Pasquale Martinoli e da Luisa Carabelli, che ha letto brani di questo suo testo ricco di spunti, aneddoti e riflessioni sul sistema giudiziario e non solo. A dimostrazione del fatto che di lui, nel 1992 giovane pretore a Luino e fino a ieri gip del Tribunale di Varese, tanti apprezzano la cultura multiforme, ma soprattutto l’umanità, quella di «una persona straordinariamente benvoluta», come ha detto il sindaco Davide Galimberti, presente in sala con il prefetto Salvatore Pasquariello e con il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Gianluca Piasentin.
L’ATTACCAMENTO AL TERRITORIO
Battarino ha parlato con passione del suo attaccamento al nostro territorio e all’Insubria, della necessità che le istituzioni siano «percepite» dai cittadini, del lavoro del magistrato, «che deve tutelare ed espandere i diritti al di là delle statistiche», lontano da «una deriva pseudoaziendalistica» applicata alla giustizia». Dopo 13.000 sentenze che cosa farà da grande? C’è un progetto di divulgazione della Costituzione, «un racconto giallo per un’antologia» e anche un po’ di mistero. Certo comunque che il prefetto lo coinvolgerà presto, come ha detto ieri, per un’iniziativa che riguarderà «territorio, ambiente e fenomeni delittuosi».
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