DOPO WHIRLPOOL
«Beko, troppe incertezze»
Primo incontro a Roma tra sindacati e azienda, ma il piano industriale non c’è
IL piano industriale non c’è ancora. In compenso ci sono dei numeri relativi alla produzione che indicano una evidente difficoltà del mercato degli elettrodomestici. Sono i due elementi che sono emersi chiaramente durante il primo incontro tra Beko Europe (che dal primo aprile ha rilevato Whirlpool Emea) e i rappresentanti sindacali, convocato dal ministero delle imprese e del Made in Italy.
«Abbiamo una certa preoccupazione - spiegano Fabio Dell’Angelo (Uil), Chiara Cola (Uilm), Giovanni Cartosio (Fiom) e Gennaro Aloisio (Fim), presenti all’incontro - perché il piano industriale non è ancora pronto e i segnali che arrivano dal mercato non sono incoraggianti. I referenti dell’azienda hanno parlato di una ripresa molto lenta e su un periodo lungo. Si sta assistendo ad una contrazione sia dei volumi con saturazioni degli stabilimenti inferiore al 50% con tendenza a calare, con ulteriore riduzione dei margini. Inoltre è molto aggressiva la concorrenza dei produttori asiatici, soprattutto cinesi. Per i prossimi cinque anni si prevede infine solo una leggera crescita del mercato degli elettrodomestici. Dal tavolo registriamo che non è emersa la linea strategica industriale della Beko Europe e con il quadro delineato il rischio per la tenuta dei siti è alto».
Va detto che i rappresentanti dei lavoratori hanno espresso molto chiaramente le loro posizioni al tavolo. La scelta è dell’azienda: se saranno garantiti i livelli occupazionali, si lavorerà insieme, in caso contrario sarà rottura.
«Come sindacato abbiamo espresso l’esigenza di confrontarci con i vertici di Beko prima del varo del piano industriale definitivo - spiegano i sindacalisti varesini - per far valere il punto di vista e i legittimi interessi dei lavoratori, offrendo collaborazione a patto che la nuova società opti per il rilancio dei siti ed escluda azioni traumatiche di licenziamento e di chiusura, che troppo spesso si accompagnano alle fusioni; con rammarico registriamo che la Direzione aziendale ha puntualizzato che il varo del piano industriale è di loro pertinenza e non ha fatto alcun riferimento a produzioni o investimenti da allocare in Italia. Al governo chiediamo di mantenere alta l’attenzione e di mettere a disposizione risorse a sostegno dell’industria del settore».
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