ONDE DELLA DISCORDIA
Busto: quaranta antenne sulla città
Da un convegno l’allarme per l’elettrosmog. La replica del sindaco Antonelli: «Vorrebbero tornare all’età medievale»
«Loro sono contro tutto e tutti, rimangano nel loro brodo. Io vado avanti». Il sindaco Emanuele Antonelli non usa mezzi termini per rispondere alla polemica contro le antenne 5G sollevata da alcuni gruppi di cittadini. Nei giorni scorsi, al museo del Tessile, una conferenza organizzata da Assemblea Popolare Busto, dal Gruppo spontaneo Buon Vicinato e dall’Associazione Floreless ha sottoposto ai circa 70 partecipanti una lunga serie di argomentazioni a condanna non solo delle reti di comunicazione 5G, ma in generale del Wi-Fi e della telefonia mobile.
NESSUN PATROCINIO
«Per la loro conferenza abbiamo concesso la sala del Tessile» ha chiarito il sindaco Antonelli, «ma questo non vuol dire che il Comune è d’accordo con loro. Infatti il patrocinio non l’abbiamo dato». Le tecnologie di telefonia mobile di quinta generazione (5G) si stanno diffondendo in tutto il mondo, e Busto Arsizio non è certo un’eccezione. Il sito web della società nPerf offre un’analisi di rete città per città, strada per strada, a seconda anche del gestore telefonico di riferimento: stando ai dati qui raccolti, il territorio di Busto risulta ben coperto da reti 4G+ (indicate in rosso) e 5G (in viola), a testimonianza di un’avanzata capillare di queste nuove tecnologie. In risposta, si fa sempre più rumoroso il disappunto di chi già è sensibile al tema del cosiddetto “elettrosmog”, definito dal Ministero dell’Ambiente come «legato alla generazione di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici artificiali», il cui progresso ha contribuito a «destare interesse circa i possibili effetti sulla salute». La questione insomma non si limita alle antenne 5G, e per quel che riguarda Busto sono d’interesse i risultati di un’apposita indagine svolta dal Comune a febbraio 2024: in città sono state censite 40 sorgenti di campo elettromagnetico per la telefonia mobile, intendendo ognuna di queste fonti come una postazione dotata di una o più antenne di operatori vari. Ora, alla conferenza al Tessile di sabato 5 ottobre, gli ospiti Andrea Grieco e Paolo Orio hanno attribuito alle onde Wi-Fi e di telefonia mobile una tossicità paragonabile ad alcuni agenti chimici cancerogeni, sostenendo fra l’altro che «il primo fattore eziologico che causa infertilità è il cellulare nei pantaloni» e non mancando di indugiare su presunti danni cerebrali per i più piccoli.
AGIRE SECONDO LA LEGGE
A queste e altre affermazioni di forte impatto sulla platea, da parte di Orio, si sono aggiunte parole di scetticismo verso l’Oms, che in un’esaustiva relazione a riguardo aveva già dichiarato che «non vi sono evidenze che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici sia dannosa per la salute umana». Una linea, quella dell’Oms, sostenuta anche dal sindaco di Busto Arsizio, che si è espresso in special modo sull’argomento 5G: «Questo è il progresso, la scienza dice che non fa male, e noi facciamo le cose secondo legge». In merito ai gruppi organizzatori della conferenza di sabato, Antonelli ha dichiarato: «Vorrebbero tornare all’età medievale, se dipendesse da loro andremmo ancora in giro in carrozza e cavalli».
Il servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 16 ottobre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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