SANITÀ
«Fuori la politica da ospedali e sanità»
Intervista a Mario Cherubino, il “prof” da Varese ad Abu Dhabi. «Ricostruire il rapporto tra medici, pazienti e chi contribuisce alla salute dei cittadini»
Da Abu Dhabi, dove lavora da tre anni alla Cleveland Clinic, Mario Cherubino, chirurgo plastico, segue con attenzione la vicenda delle dimissioni dei cinque ortopedici della Chirurgia della mano che ha diretto negli anni scorsi, all’Asst Sette Laghi. «Sono molto amareggiato per come stanno andando le cose». E il fatto di cronaca diventa spunto per fare alcune riflessioni sulla situazione sanitaria, non solo locale.
Cherubino dice che due sono, dal suo punto di vista e per la sua esperienza personale, le cose da fare per cambiare e fermare il fuggi-fuggi delle eccellenze. «Una sanità senza le interferenze della politica» e «ricostruire il patto di fiducia» tra pazienti, medici e personale, e chi ha compiti organizzativi.
«Lavorare negli ospedali - e parlo in generale in Italia - oggi per un medico è molto difficile». «Al Circolo - spiega -, poi c’è un problema strutturale: non sempre si è messi nelle condizioni di svolgere la professione al meglio e questo è il motivo per cui molti se ne vanno, perché spesso non si sentono supportati».
Se da un lato Mario Cherubino -, che è stato professore associato di Chirurgia plastica all’Università dell’Insubria - sottolinea che «la qualità delle cure che il gruppo di Microchirurgia e chirurgia della mano esercitava a Varese era a livello altissimo», dall’altro ricorda che la sua «esperienza varesina, però, ha messo in luce problemi più profondi legati all'ambiente lavorativo».
«NON SOLO UNA QUESTIONE DI SALARIO»
«Non si tratta semplicemente di salari bassi, una realtà comune in Italia, ma di una mancanza di fiducia reciproca che demotiva il personale. Non è sufficiente applicare soluzioni temporanee per tamponare i problemi. È necessario ricostruire un rapporto di fiducia tra pazienti, medici, infermieri, operatori sociosanitari e tutte le persone che contribuiscono alla salute dei cittadini, in collaborazione con la direzione dell'ospedale».
Per il docente, il «disagio della Asst Sette Laghi comincia con le difficoltà che tutti i dipendenti hanno nella vita lavorativa».
IL CASO DELLE DIMISSIONI
«La recente lettera aperta del dottor Tamborini» (che ha detto “io resto al Circolo” e di cui Prealpina ha scritto ieri, ndr) «ha illustrato bene» la situazione. «Quando ci sono condizioni di lavoro positive, le persone rimangono nel proprio posto di lavoro. Ma quando manca una leadership forte e il supporto adeguato, è inevitabile che il personale cerchi alternative altrove. Questo è ciò che ho visto accadere a Varese, e credo fermamente che l'unico modo per risolvere questa situazione sia ricostruire fiducia e supporto a tutti i livelli».
«DIALOGARE CON MEDICI»
Mario Cherubino alla Cleveland Clinic Abu Dhabi si occupa principalmente di chirurgia ricostruttiva post-oncologica, con un focus particolare sui tumori della mammella. «Qui ho avuto l'opportunità di apprendere e mettere in pratica tecniche all'avanguardia come la chirurgia robotica e ogni giorno collaboro con colleghi provenienti da circa 60 Paesi diversi: la lingua ufficiale è l’inglese ma ciò che ci accomuna è il desiderio di fornire cure di eccellenza ai pazienti, indipendentemente dalla loro provenienza, un approccio internazionale che crea un’atmosfera di lavoro straordinariamente positiva».
Al contrario di quanto avviene spesso in Italia, «il dialogo con chi dirige l’ospedale avviene appunto tra medici, con un unico obiettivo comune» e dove «non ti dicono, sei giovane, non puoi fare carriera».
«VALORIZZARE IL PERSONALE»
La Cleveland Clinic è una delle migliori al mondo, classificata come il secondo gruppo sanitario globale per la qualità delle cure. «La sua missione principale è mettere il paziente al centro di ogni attività, ma ciò che rende davvero unica questa struttura è l'attenzione che viene data anche al benessere di tutti i membri del personale. Ogni persona che lavora qui, indipendentemente dal ruolo che ricopre, dagli addetti alla pulizia al direttore generale, viene valorizzata e riconosciuta come parte integrante di un sistema che funziona solo se tutti collaborano al massimo delle proprie capacità. Ecco, è questo aspetto di collaborazione che spesso nella nostra sanità manca».
«TORNARE? CHISSÀ»
Non teme di scatenare anche molte gelosie con questo racconto di vita professionale?
«Mi ritengo molto fortunato, ho potuto trasferirmi. Tornare in Italia? Lo spero, chissà... È il Paese più bello del mondo. Ma il mio lavoro, ora, è qui...».
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