IL CASO
Gallarate, malori a scuola: virus e lettere
Botta e risposta tra la dirigente e i genitori

Da quando i bambini della scuola elementare Manzoni di Gallarate hanno iniziato a star male (ovvero martedì 4 marzo) è stato un susseguirsi di messaggi via chat e sui social. Un tam tam prevedibile che però, come altrettanto prevedibile, caos nelle comunicazioni tra scuola e genitori ma anche tra gli stessi genitori (come ammesso da alcuni di loro) e che ha portato alla lettera indirizzata alla dirigente dell'Ic Gerolamo Cardano, Germana Pisacane che nella giornata di ieri (venerdì 7 marzo) ci è stata inviata.
LA LETTERA DEI GENITORI
«Gentile dottoressa Pisacane, abbiamo letto con molto rammarico la sua intervista comparsa sulla stampa locale.
Dopo giorni di silenzio ci saremmo aspettati un gesto di solidarietà e di empatia da parte della scuola. Le ricordiamo i fatti per come li abbiamo vissuti noi: decine di bambini hanno iniziato a star male, quasi contemporaneamente nel pomeriggio di martedì 4 marzo dopo essere usciti dall’edificio scolastico, in un normale giorno di scuola.
Lo stesso pomeriggio è stata diffusa sui gruppi WhatsApp di classe il messaggio che alcuni bambini dopo il pranzo si erano sentiti male, e che erano stati richiesti prelievi del cibo servito a pranzo.
Successivamente, quando i bambini sono arrivati a casa è iniziato un tam tam di notizie di mamme e papà che scrivevano che il proprio bambino non smetteva di vomitare, e che stava male. La cosa più preoccupante è che stavano male tutti insieme, e il nostro istinto e la nostra esperienza di genitori ci diceva che non poteva essere un virus.
Cosa poteva essere successo? Non sapevamo cosa pensare, eravamo spaventati perché la causa era ignota e i sintomi non regredivano, anzi!
Nella notte abbiamo avuto la descrizione di quanto stava succedendo, si trattava di una tossinfezione. Così l’hanno definita i medici del pronto soccorso che hanno visitato i primi bambini.
Gentile dottoressa Pisacane, in quei momenti di paura sarebbe stato utile un suo messaggio di rassicurazione. Sappiamo bene che non avrebbe potuto darci risposte, quelle arriveranno dalle autorità che stanno facendo i dovuti controlli; ma un senso di vicinanza da una educatrice, da lei come da altre rappresentanti della scuola, ce lo saremmo aspettato. Se non altro avremmo preferito maggiore attenzione alle parole usate nella sua prima e tardiva esternazione pubblica sui mezzi di stampa.
La nostra non è una caccia alle streghe, e non è per isterismo collettivo che ci siamo attivati. Siamo dei genitori responsabili e abbiamo iniziato una discussione con i mezzi a nostra disposizione.
Che non si tratta di isteria collettiva lo dimostra anche il fatto che ATS ha attivato una indagine epidemiologica, con interviste ed esami approfonditi su quanti hanno segnalato malesseri. E le garantiamo che in numeri di ATS sono in difetto perché molti genitori non hanno neanche segnalato al proprio pediatra il malessere dei propri figli.
Attenderemo i risulta delle analisi in corso, sia dell’ATS che dei Nas, ma la nostra attenzione rimarrà alta fino a che non avremo delle risposte.
Nel frattempo ci auguriamo che i bambini stiano meglio, e che possano rientrare a scuola al più presto per poter riprendere l'attività didattica in un ambiente sereno e sicuro».
LA LETTERA DELLA DIRIGENTE SCOLASTICA
«Gentili genitori, comprendo e condivido la vostra preoccupazione, non solo in quanto dirigente ma anche in quanto mamma. Anche io mi sarei preoccupata, e tanto, se mia figlia fosse stata tanto male. Credo però sia necessario chiarire alcuni punti, che probabilmente non conoscete nel dettaglio, anche e soprattutto per ristabilire il rapporto di apertura e fiducia che ha sempre contraddistinto i rapporti nel nostro istituto. Il pomeriggio in cui sono insorti i sintomi, non ero al corrente di cosa stesse succedendo né dell’entità degli accessi ospedalieri. Vi dirò di più: ho ricevuto solo due telefonate in segreteria quel pomeriggio, ad una delle quali ho risposto personalmente, ed al netto del malumore che mi si stava riversando addosso ho risposto di dare priorità alla salute del bambino e di non aspettare a contattare il medico o il PS.
Dopo questo non ho avuto più notizie, anche perché non frequento i social e ho saputo cosa stesse succedendo solo la mattina dopo, mercoledì 5.
La stessa mattina ho sentito ATS per comunicare i primi dati, e successivamente mi sono recata al plesso Manzoni per mettermi a disposizione di ATS e NAS al fine di dare tutte le informazioni necessarie per poter raccogliere tutto ciò che potesse essere utile a risolvere il caso. La mia permanenza nel plesso si è protratta per l’intera giornata, tanto che, impossibilitata a mandare comunicazioni attraverso il registro elettronico poiché non in ufficio, ho ritenuto utile (e soprattutto veloce) chiedere ad una vostra rappresentante di raggiungerci nel plesso così da illustrare chi fossimo e su cosa stessimo lavorando e contestualmente mandare un messaggio attraverso le vostre chat così da informarvi (e speravo anche tranquillizzarvi) oltre che indicare di chiamare il medico nel caso di insorgenza di sintomi, così da favorire la raccolta di dati da parte di ATS (cosa che si è verificata in quanto in 88 avete segnalato). Preciso che non sono in possesso dei nomi dei bambini che sono stati male, in quanto questi dati non sono pubblici poiché sussiste la privacy, ma solo dei numeri. Attorno alle ore 15.00 sono uscita dal plesso fermandomi davanti al cancello. Tanti genitori erano presenti, ma nessuno mi ha fatto alcun tipo di domanda, così che dopo circa 20 minuti sono rientrata anche per continuare i lavori con i tecnici. Sono rimasta anche all’uscita dei bambini, a disposizione di chi volesse chiedere informazioni, ma solo un genitore si è avvicinato e cortesemente gli sono state date le risposte richieste.
Nella mattina di giovedì sono arrivata in ufficio ed è stato un susseguirsi di chiamate, da parte di numerosi giornalisti di varie riviste, ai quali è stata fornita sempre la stessa risposta. L’intervista di cui parlate, e che cronologicamente non è stata la prima, si riferiva al fatto che continuavano a pervenirmi notizie che i genitori stessero muovendo pesanti accuse nei miei confronti poiché ritenevano che stessimo nascondendo la verità, e da qui (nell’intero contesto) nasce l’esternazione di “caccia alle streghe” poiché si pretendevano risposte non ancora possibili e responsabilità non ancora verificabili. Non pensate che ci sia stato disinteresse da parte mia e della scuola nel suo complesso, ma semplicemente a causa del susseguirsi degli eventi e, consentitemi, della stanchezza, non mi è stato possibile fare altro, se non rispondere alle mail che mi sono pervenute. Siamo tutti in una situazione paradossale, anche le nostre/vostre maestre stanno male, ed è interesse collettivo arrivare a delle risposte, ma in questo momento è necessario aspettare che le risposte ci vengano date dagli unici soggetti legittimati e competenti nel farlo. Adesso l’augurio è che tutti i bambini tornino a scuola, sorridenti e vivaci come sempre. Sempre disponibile a dialogare con voi, anche in caso si richieda un incontro.
Vi saluto cordialmente».
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