ROMA
Il governo va avanti sull'Albania, 'l'Europa è con noi'
(ANSA) - ROMA, 23 DIC - Agenti italiani - un centinaio -
vigilano anche durante le feste di Natale sui centri per
migranti in Albania. Vuoti, ma ancora per poco. Il governo è
infatti intenzionato a riprendere fin da gennaio i trasferimenti
dei richiedenti asilo intercettati in mare. Forte del consenso
emerso in Europa sulle nuove soluzioni, come appunto gli hub da
creare in Paesi terzi. E dell'ultima sentenza della Cassazione
sui Paesi sicuri. La linea è stata condivisa oggi a Palazzo
Chigi nel corso di un vertice presieduto da Giorgia Meloni, cui
hanno partecipato il vicepremier Antonio Tajani, in collegamento
dal Kosovo, i ministri di Interno, Matteo Piantedosi, Difesa,
Guido Crosetto, Affari europei, Tommaso Foti e il
sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la
sicurezza della Repubblica.
"Andremo avanti - ha assicurato al termine Tajani - per
contrastare i trafficanti di esseri umani, per il rispetto delle
norme comunitarie. Le soluzioni innovative sono state apprezzate
e vengono apprezzate anche da altri Paesi".
L'incontro è stato l'occasione per fare il punto sul dossier,
al momento una spina nel fianco dell'esecutivo: l'apertura dei
centri di Shengjin e Gjader è slittata da maggio ad ottobre; i
pochi migranti portati sono stati subito liberati dai giudici;
le opposizioni sono insorte per il "flop costato un miliardo di
euro". Ma la riscossa è vicina, è la convinzione di Meloni, che
ha ideato l'accordo con l'amico premier albanese Edi Rama e
vuole ora farlo finalmente funzionare. Il vertice ha così
ribadito "la ferma intenzione di continuare a lavorare insieme
ai partner Ue e in linea con le conclusioni del Consiglio
europeo dello scorso 19 dicembre, sulle cosiddette 'soluzioni
innovative' al fenomeno migratorio", anche "alla luce della
recente sentenza della Cassazione che ha indicato le competenze
relative all'individuazione dei Paesi di origine sicura a
livello nazionale".
L'opposizione continua ad attaccare. Si tratta, afferma la
segretaria dem Elly Schlein, "di un progetto inumano,
inefficace, dispendioso e privo di risultati concreti.
Continuare a investire risorse pubbliche in un'operazione che
viola i diritti fondamentali è irresponsabile". (ANSA).
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