IN AEROPORTO
Marito a Malpensa con 42mila euro, denunciata la moglie
La coniuge percepiva il reddito di cittadinanza, contributo incompatibile con la somma di denaro trovata nelle disponibilità del nucleo familiare
Il marito era stato controllato per due volte all’aeroporto di Malpensa nel 2021 e trovato in possesso di oltre 42mila euro in contanti, non compatibili con i 6.400 euro percepiti dalla moglie con il reddito di cittadinanza. Per questo, una donna straniera, domiciliata nel Trevigiano, è stata denunciata dai finanzieri del Comando provinciale di Treviso per l’indebita percezione del contributo.
I CONTROLLI
Le indagini hanno avuto origine dall’incrocio degli elenchi dei beneficiari della prestazione sociale con coloro che, presso scali aeroportuali, porti o valichi di confine, erano stati fermati con significativi importi di denaro contante. È così emersa la posizione della donna, il cui coniuge, prima che venisse presentata - nel novembre 2021 - la domanda per accedere al beneficio di legge, è stato fermato per ben due volte presso l’aeroporto di Malpensa con valuta al seguito: la prima, nell’agosto 2021, mentre era in procinto di partire per un volo diretto in Nigeria, è stato trovato in possesso di 34mila euro in violazione della normativa sulla circolazione transfrontaliera di valuta perché sprovvisto della relativa dichiarazione valutaria; la seconda volta, nell’ottobre dello stesso anno, sottoposto a controllo prima di imbarcarsi su un volo diretto a Casablanca, alla domanda dei finanzieri, ha dichiarato la detenzione di 8.490 euro. I militari hanno contestato alla donna il possesso di un patrimonio finanziario superiore ai limiti previsti per la percezione del reddito di cittadinanza (all’epoca pari a 10mila euro in base al suo nucleo familiare, composto anche da due figli).
CHIESTA LA RESTITUZIONE DEL CONTRIBUTO
In seguito agli accertamenti, durante i quali la donna si è giustificata dicendo di non essere a conoscenza del denaro trovato nella disponibilità del coniuge, l’erogazione del contributo è stata bloccata dall’Inps di Treviso, che ha anche richiesto la restituzione delle somme nel frattempo elargite.
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