TRA I BANCHI
Molestie al liceo, condannato il bidello piacione
Abbracci e baci a una sedicenne in pausa pranzo a Busto Arsizio. La difesa annuncia il ricorso, dubbi sulla denuncia della famiglia per gli assegni smarriti: sarebbero stati incassati e usati dalla giovane per il filler alle labbra
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«Un amico degli studenti»: così era stato definito il bidello del liceo finito a processo per molestie sessuali su una sedicenne. Lo avevano descritto come un uomo fidato le compagne di scuola della ragazza che, con il suo racconto, a fine marzo 2019 scosse la serenità di un istituto da sempre considerato impeccabile dal punto di vista pedagogico. L’uomo, che oggi ha settantadue anni, a fine luglio è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare di Busto Arsizio, Veronica Giacoia, alla pena di un anno con sospensione condizionata a un percorso di rieducazione per soggetti che con il genere femminile non sanno propriamente rapportarsi. L’avvocato Elisa Colombo, scettica riguardo l’attendibilità della giovane, ricorrerà in appello.
SOLI TRA I BANCHI
Stando a quanto raccontato dalla ragazza, il 28 marzo di cinque anni fa trascorse la pausa pranzo a scuola perché nel pomeriggio avrebbe avuto il corso di teatro. Il bidello le avrebbe chiesto di accompagnarlo in un’aula che doveva pulire e lei, visto il rapporto di fiducia, lo seguì senza tentennamenti. All’improvviso l’imputato avrebbe attirato a sé la liceale abbracciandola, baciandola sul collo e accarezzandole la schiena sotto la maglietta. Non appena riuscì a svincolarsi l’allora sedicenne se ne andò subito mentre, alle sue spalle, l’operatore scolastico commentava sconsolato «anche le altre ragazze fanno le simpatiche con me». La prima persona a cui confidò la disavventura fu la nonna. Poi lo riferì alle compagne e ai genitori che l’indomani si recarono dai carabinieri per sporgere denuncia. La presidenza segnalò il fatto al Miur che sospese l’imputato dal servizio con privazione della retribuzione da giugno ad agosto dello stesso anno. Dopodiché venne reintegrato nel suo ruolo che ricoprì oltre l’età pensionabile ed è questa una delle argomentazioni che l’avvocato porterà in appello.
PROCESSO COMPLESSO
A novembre 2021 ci fu la prima udienza davanti al gup, rinviata in ragione delle trattative risarcitorie pendenti tra l’avvocato della famiglia, Domenico Margariti, e quello dell’imputato. L’anno successivo le parti presentarono al giudice la scrittura privata di transazione, nel 2023 il giudice ammise il bidello al rito abbreviato condizionato a produzione documentale. A fine 2023, dopo la discussione dell’avvocato Colombo, il gup non ritenne di poter decidere sulla vicenda e quindi fissò un’altra udienza per ascoltare la ragazza. Poche settimane fa la sentenza.
LA CONSOLAZIONE DEL FILLER
Un altro dei motivi per cui il difensore ricorrerà alla corte milanese risiede in un qui pro quo documentato negli atti. La famiglia della studentessa aveva denunciato lo smarrimento degli assegni versati a titolo risarcitorio. Da un rapido accertamento svolto in posta è emerso invece che erano stati incassati e poi usati dalla giovane per rimpolparsi le labbra con l’acido ialuronico: risulterebbe dai pagamenti effettuati al medico estetico.
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