IL PRESIDIO
Sgombero di via Curtatone: condannata l'attivista arrestata a fine agosto
Pochi minuti dopo le cinque hanno preso il via le operazioni per liberare l’area dove verrà realizzato il nuovo polo scolastico
È iniziato lo sgombero del presidio in via Curtatone. Questa mattina, giovedì 3 ottobre, pochi minuti dopo le cinque hanno preso il via le operazioni per liberare l’area dove verrà realizzato il nuovo polo scolastico. Sul posto sono presenti le forze dell’ordine per garantire la sicurezza e impedire l’accesso all’area. I mezzi della Polizia di Stato, dei carabinieri e dalla polizia locale hanno bloccato gli ingressi da via Curtatone, via Ortella e anche le vie limitrofe. davanti al blocco di via Curtatone sono presenti una ventina di manifestanti tra quelli che sono stati portati fuori dall’area delimitata e quelli arrivati a sostegno. La polizia è schierata in via Curtatone con gli agenti dei Reparti mobili in tenuta antisommossa.
UN MESE E 23 GIORNI L'ATTIVISTA ARRESTATA AD AGOSTO
È stata condannata a un mese e 23 giorni l'attivista arrestata e poi rilasciata a fine agosto durante uno dei momenti di tensione davanti al cantiere. La giovane faceva parte del cordone umano creato per cercare di impedire alle forze dell’ordine di entrare nel bosco. Questa mattina in tribunale a Busto Arsizio ha fatto dichiarazioni spontanee ribadendo l'importanza di tutelare il verde. Come annunciato, una rappresentanza del gruppo Tanuki era presente davanti al palazzo di giustizia in solidarietà all'attivista. Uno striscione appeso alla cancellata recitava: "Libero bosco. Libera Vero".
SUL POSTO ANCHE I VIGILI DEL FUOCO
Sono arrivati anche i vigili del fuoco (con il braccio meccanico) per proseguire lo sgombero. Un dettaglio che non è passato inosservato gli occhi dei manifestanti che per questo hanno alzato il loro livello di attenzione. Per tenersi in contatto c’è un continuo scambio di messaggi nelle chat di WhatsApp e le incessanti telefonate. Sono tre le persone che sono state fatte scendere dagli alberi, riferiscono dal gruppo Tanuki. «Le persone sulla piattaforma del cedro, a 13 metri di altezza, resistono e la polizia non ha provato a tirarle giù come fatto con le altre persone. Il prefetto ha quindi mobilitato i pompieri».
Le ultime due ragazze del presidio fatte scendere dagli alberi hanno parlato con la stampa: «È stato straziante vedere abbattuti tantissimi alberi».
TENSIONI CON LA POLIZIA
Alcuni manifestanti stanno tentando di oltrepassare il blocco della polizia perché si è sparsa la voce che all'interno del cantiere sarebbe in corso il taglio di un albero su cui è presente una persona. «Se muore qualcuno poi ce l'avrete voi sulla coscienza», ha gridato una delle manifestanti. Ne è stato un momento di confronto acceso con gli agenti in tenuta antisommossa. Dal comitato "Salviamo gli alberi" trapela che una delle piattaforme su cui erano due attivisti è stata abbattuta: i due sono stati fatti uscire da via Ortella.
Intorno alle 11 un altro momento di tensione: un agente ha superato la barricata per avere un confronto con i manifestanti, ma nel giro di pochi secondi la situazione è degenerata. A far scattare la scintilla - pare - una richiesta di riconoscimento.
MOTOSEGHE IN AZIONE NEL CANTIERE
Da quanto trapela all'interno del cantiere di via Curtatone, le motoseghe sono tornate in azione. Gli attivisti che si trovano ancora sugli alberi stanno documentando il lavoro degli operai.
IL CONFRONTO CON IL SINDACO CASSANI
Intorno alle 8.30, il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ha avuto un confronto con alcuni manifestanti davanti al bar Aurora di Cajello, dove era in programma la seconda tappa del suo “A tu per tour” tra i rioni della città. Un confronto, a tratti dei toni accesi, ma che non ha di certo avvicinato le due parti. Da un lato i manifestanti sostengono la necessità di ripensare il progetto dall’altro invece il primo cittadino conferma la sua volontà di proseguire perché questo è «un progetto essenziale». Una mamma presente interviene nella discussione: «Pensate ai bambini le scuole fanno pena, sindaco siamo con lei».
TANUKI: «PERSONE IMBRAGATE SUL POSTO»
«La Digos ha aperto una falsa trattativa chiedendo alle persone di lasciare il bosco sotto minaccia di una denuncia, ora stanno allontanando le persone dal presidio ” si legge in un messaggio del gruppo Tanuki “. Chi si trovava all'ingresso è stato spostato di peso, altri sono state fermati all'ingresso della via per un'identificazione e stanno ancora trattenendo i documenti». Ed ancora: «Ricordiamo la presenza di persone imbragate sul posto, temiamo che vogliono togliere le persone dagli alberi con la forza. È importante non far passare sotto silenzio ciò che sta accadendo, diffondiamo le informazioni al massimo!».
VIA LO SGOMBERO
Le forze dell’ordine - in mattinata - hanno formato due cordoni di sicurezza per gestire al meglio lo sgombero. Per prima cosa hanno spostato il gazebo realizzato dal Comitato “Salviamo gli alberi di Gallarate” (il cuore nevralgico della protesta) e iniziato a identificare le persone presenti. Mentre i ragazzi presenti sugli alberi non si sono spostati. Dalle 6.40 le forze dell’ordine hanno iniziato a far uscire i manifestanti presenti alcuni dei quali, come prevedibile, hanno posto resistenza. Pare che, almeno per qualche momento, ci sia stata anche una persona ammanettata. Per controllare le operazioni inoltre, è stato mobilitato anche un elicottero per avere un quadro preciso della situazione all’interno del bosco.
© Riproduzione Riservata