ROMA
Spielberg firma l'appello di Scorsese per salvare Roma
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(ANSA) - ROMA, 24 FEB - Steven Spielberg ha sottoscritto
l'appello lanciato da Martin Scorsese, Jane Campion, Francis
Ford Coppola, Wes Anderson e Ari Aster per salvare i luoghi
culturali di Roma.
Insieme a loro si sono uniti J. J. Abrams, Giulia D'Agnolo
Vallan, Judd Apatow, Fanny Ardant, Yorgos Lanthimos, Olivier
Assayas, Efe Cakarel, Damien Chazelle, Pedro Costa, Willem
Dafoe, Robert Eggers, Joanna Hogg, Dawn Hudson, Ella Kemp, John
Landis, Elena Latorre, Ken Loach, Radu Mihaileanu, Frank
Oznowicz, Paweł Pawlikowski, Lynn Rawlins, Isabella Rossellini,
Mark Ruffalo, Shawn Sachs, Paul Schrader, Santiago Segura, Léa
Seydoux, Jeremy Thomas, John Turturro, Thomas Vinterberg, Debra
Winger, Aaron Yap, Alfonso Cuarón, Mark Cousins, James Franco,
Antonio Monda, David Cronenberg, Fernando Trueba, Tony Kaye, Joe
Dante, Edgar Wright, Emmanuel Lubezki, Kenneth Lonergan, Sean
Baker, Josh Safdie, Bruno Delbonnel, David Robert Mitchell,
Gaspar Noé, Mimmo Nocera, Pietro Brunelleschi, Laura Terenziani,
Morena di Maria, Stefano Olivieri, Graziana Sillari, Adriano
Losacco.
''Come ben riflette in modo eloquente Renzo Piano sulla
situazione attuale di Roma, è chiaro che il tentativo di
riconvertire spazi destinati al possibile rinascimento culturale
della Città Eterna in hotel, centri commerciali e supermercati è
del tutto inaccettabile. Tale trasformazione - sostiene ancora
l'appello - rappresenterebbe una perdita irreparabile: un
profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma
anche per il patrimonio culturale da lasciare alle future
generazioni. Invito i miei colleghi di tutto il mondo, direttori
di festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa
lettera per salvare l'ultima possibilità di redenzione di una
delle città culturali e artistiche più importanti al mondo.
Questa lettera è indirizzata anche personalmente al presidente
Sergio Mattarella e al primo ministro Giorgia Meloni, per
impedire qualsiasi conversione degli spazi culturali di Roma. È
nostro dovere trasformare queste 'cattedrali nel deserto'
abbandonate in veri templi della cultura, luoghi capaci di
nutrire le anime sia delle generazioni presenti che di quelle
future''. (ANSA).
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