L’IMPRESA
Da Besano alla maratona di Atene. Nel passeggino
A un anno e 26 giorni conclude la gara spinto dal nonno
La maggior parte delle persone non corre una maratona in tutta la vita. Il besanese Diego Tinari ne ha completata una, quella di Atene, ad appena un anno e 26 giorni. È successo domenica 9 novembre. Il piccolo, nato all’ospedale di Varese il 15 ottobre 2024, è stato comodamente adagiato in un passeggino acquistato per l’occasione, e il nonno Stefano Petrongolo, l’ha spinto per tutto il percorso. Sono arrivati al traguardo in tre ore, 59 minuti e 16 secondi precedendo, fra gli altri, anche l’ex premier Matteo Renzi.
L’uomo s’è cimentato per la prima volta con la distanza dei 42,195 chilometri nel 2023 a New York. Poi eccolo al via a Roma, nella norvegese Tromso e a Milano. «Nel frattempo - racconta - è nato Diego, e un pezzo del mio cuore è stato definitivamente rubato dai suoi occhioni. Con la stessa leggerezza con cui ero andato nella Grande Mela, ho pensato che mio nipote, amante delle gite all’aperto, avrebbe potuto essere al mio fianco ad Atene. Sua mamma Alice Naponiello è stata subito entusiasta, papà Gianmarco ha dimostrato saggezza non contraddicendola, e mia moglie Sonia Bonu mi ha ricordato che la priorità avrebbe dovuto essere il benessere del piccolo».
Gli allenamenti, saliti da pochi chilometri a 36, sono serviti a testare la “resistenza” di Diego «che non solo - aggiunge - s’è mostrato a proprio agio, godendosi le pause “cibo” e a volte dormendo per buona parte delle sessioni, ma ha sempre espresso curiosità: si guardava attorno e sorrideva a ogni persona o animale che incontravamo. E al momento della partenza è stato tutto un gioco di squadra con lo zio Giorgio Rossini, fratello di Gianmarco, che mi ha passato il passeggino: durante la gara, a ritmo di musica per bambini a tutto volume con la nostra cassa bluetooth, abbiamo mangiato, bevuto e soprattutto ci siamo divertiti. Verso il 33esimo km Diego s’è riaddormentato per risvegliarsi a poche centinaia di metri dall’arrivo collocato all’interno del mitico stadio Panathinaiko. Questo mi ha permesso di farlo scendere dal passeggino per tagliare il traguardo con me, mano nella mano, a piedi, e per ricevere la sua medaglia».
Probabilmente il momento più emozionante della giornata. «Ma i veri eroi - conclude Petrongolo - sono stati coloro che hanno spinto le carrozzine dei disabili: la conferma che anche lo sport può trasformarsi in qualcosa di grandioso».
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