ROMA
Hamas, 'a noi controllo a interim Gaza, non disarmiamo per ora'

(ANSA) - ROMA, 18 OTT - Hamas intende mantenere il controllo
della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, e non può per
ora impegnarsi a disarmarsi: lo ha dichiarato in un'intervista
pubblicata sul sito dell'agenzia Reuters dal dirigente di Hamas
Mohammed Nazzal. "Posizioni che, secondo Reuters, "riflettono le
difficoltà che gli Stati Uniti devono affrontare per porre fine
alla guerra" e mostrano "i principali nodi che ostacolano gli
sforzi per consolidare la fine definitiva".
Membro del politburo di Hamas, intervistato da Reuters a
Doha, Qatar, dove i dirigenti del movimento armato palestinese
risiedono, Nazzal ha affermato che il gruppo è pronto a un
cessate il fuoco fino a 5 anni per ricostruire la devastata
Gaza, con garanzie per ciò che accadrà in seguito, a condizione
che ai palestinesi vengano dati "orizzonti e speranza" per la
creazione di uno Stato.
Alla domanda se Hamas intenda rinunciare alle armi, Nazzal ha
dichiarato a Reuters: "Non posso rispondere con un sì o un no.
Francamente, dipende dalla natura del progetto. Il progetto di
disarmo di cui parla, cosa significa? A chi verranno consegnate
le armi?" Ha aggiunto che le questioni da discutere nella
prossima fase dei negoziati, compresa quella delle armi,
riguardano non solo Hamas, ma anche altri gruppi armati
palestinesi, e richiederebbero ai palestinesi di raggiungere una
posizione più ampia. Hamas, ricorda Reuters, ha accettato il 4
ottobre di rilasciare gli ostaggi e di affidare la gestione a un
comitato di tecnici, ma ha affermato che "altre questioni
dovevano essere affrontate in un quadro palestinese più ampio".
Nazzal ha quindi difeso le esecuzioni documentate nei giorni
scorsi compiute da Hamas nella Striscia di Gaza. Ci sono sempre
state "misure eccezionali" durante la guerra e le persone
giustiziate erano criminali "colpevoli di omicidio", ha
affermato. Infine ha dichiarato che il gruppo non ha alcun
interesse a trattenere i corpi rimanenti degli ostaggi
israeliani deceduti, confermando che esistono problemi di
reperimento e aggiungendo che attori internazionali come la
Turchia o gli Stati Uniti avrebbero contribuito alle ricerche,
se necessario. (ANSA).
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