IL FUGGITIVO
La donna di Elia e la pista sarda
Gli investigatori tengono in considerazione due possibilità: Del Grande scappato sull’isola, la terra della moglie, o nascosto con la consorte nel Varesotto
Dietro l’allontanamento di Elia Del Grande dalla Casa Lavoro di Castelfranco Emilia, avvenuto lo scorso giovedì, potrebbero esserci le donne, o meglio una donna. Anche questa volta.
La «fede nuziale»
Gli investigatori non escludono - ma al momento siamo nel campo delle ipotesi - che la moglie sarda che Elia ha sposato qualche anno fa, potrebbe essere la «mente» che sta dietro alcune scelte dell’autore della «strage dei fornai». Ancora una volta si parla di donne e legami di sentimentali che condizionerebbero l’azione dell’uomo che ha passato la metà della sua vita in carcere dopo aver sterminato la famiglia, madre, padre e fratello. Proprio la moglie era andata a trovarlo pochi giorni fa e già nel 2015 lo aveva aiutato a progettare la fuga, poi sfumata, dal carcere di Pavia. Sebbene non risulti indagata, secondo gli inquirenti, anche in questo caso, la donna potrebbe avere avuto un ruolo nelle ore decisive dell’evasione. Cioè tra quando Del Grande si è calato dalle mura della Casa Lavoro con una fune di cavi elettrici, come testimonia il video di giovedì sera, e quando è scattato l’allarme.
Raiza, l’amore dominicano
In principio, infatti, fu per Raiza che Del Grande ammise di aver annientato i genitori e il fratello. La ragazza di Santo Domingo alla quale si era legato negli Anni Novanta, dopo che il padre lo aveva nell’isola caraibica per allontanarlo dai guai. Lì i Del Grande avevano operato investimenti immobiliari. Al ritorno in Italia, dopo aver annunciato la sua intenzione di consolidare il legame con la giovane dominicana, i genitori opposero un netto rifiuto. Fu la loro condanna a morte. Sotto l’effetto della cocaina, Elia insieme a un complice, la notte tra il 6 e il 7 gennaio 1998, sterminò la propria famiglia con un fucile da caccia calibro 12.
La pista sentimentale
Proprio la pista dell’amore sembra essere una delle leve che ha sempre spinto l’uomo ad agire. La moglie sarda avrebbe - stando alle risultanze dei contatti avvenuti nel tempo - un «forte ascendente» su Del Grande. Nel senso che il legame tra i due andrebbe oltre quello di una donna legata sentimentalmente in virtù delle promesse nuziali.
Il rubacuori
Il neocinquantenne, Elia ha compiuto 50 anni lo scorso 9 ottobre, è da sempre sensibile al fascino femminile, per altro ricambiato come qualcuno ancora ricorda a Cadrezzate. Resta da capire quale sia la donna che oggi ha maggiore presa su di lui: la moglie o, come si dice in paese, dove Elia ha preso la residenza, quella che definiscono «la nuova compagna». Ovvero una fidanzata che Del Grande aveva da ragazzino e che vive dalle parti di Comabbio: i due avrebbero ripreso a frequentarsi. Del resto, Del Grande ha sempre affascinato le ragazze prima e le donne ora. Considerato da ragazzo «il bello del paese», Elia ha ricevuto anche durante la detenzione attestati di affetto attraverso numerose lettere. C’è poi chi parla anche di altri legami, nell’area di Besozzo.
L’autonomia finanziaria
Gli inquirenti insistono comunque sulla rotta per la Sardegna, che potrebbe essere stata facilmente raggiungibile via traghetto, magari con documenti falsi. Oppure di nascosto, in un’auto o a bordo di un camion con la complicità di qualche trasportatore o amico assoldato per l’occasione. Che Elia Del Grande non abbia problemi di denaro lo attesterebbe la vendita dalla «villa della strage», in via Menotti, avvenuta un paio di anni fa in concomitanza con il suo ritorno a Cadrezzate. Dagli investigatori comunque non trapelano indiscrezioni. E anche il misterioso avvistamento ad Angera nei giorni scorsi non ha trovato conferme ufficiali. La pista sarda dunque. Ma resta forte anche quella del Varesotto: l’ipotesi che Elia e la consorte siano nascosti qui, magari non lontano da Cadrezzate, è tenuta in massima considerazione.
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