IL LUTTO
Silenzio e incredulità, l’ultimo saluto a Matteo Scarabelli
A Marnate i funerali del 50enne morto nelle acque del fiume Toce. Don Alberto ha ricordato il suo altruismo

Tutti stretti alla famiglia e agli amici di Matteo Scarabelli, in un gesto consolatorio che allevia solo in parte un dolore immenso. Era gremita di gente, nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 29 maggio, la chiesa di Sant’Ilario a Marnate, comunità in lutto per la prematura scomparsa del cinquantunenne, morto da eroe nel fiume Toce per salvare un amico alle Marmitte dei Giganti, tra Crodo e Premia, sulle montagne dell’Ossola.
TRE PAESI IN LUTTO
Profondo il cordoglio non solo a Marnate ma anche a Rescaldina, paese di cui Matteo era originario prima di trasferirsi con la moglie e due figlie, e a Gerenzano, dove allenava la Giovanile di calcio. Un silenzio attonito, che esprimeva l’incredulità di tutti di fronte a questa tragedia, ha accolto la bara sul sagrato e poi in chiesa.
L’OMELIA
Il parroco don Alberto Dell’Acqua ha aperto la sua omelia raccontando di avere incontrato Matteo «durante la sua confessione di Pasqua, sofferta e rasserenante. Ho poi appreso della sua morte domenica, dopo le Cresime». Per descrivere l’animo di Matteo, il sacerdote ha contrapposto il suo altruismo ed eroismo alla cattiveria del diavolo, «che esiste davvero quando fa commettere alle persone azioni terribili. Dobbiamo sempre rinunciare a satana». Infine un invito alla comunità a stare vicina a Jessica, Arianna e Melissa, la famiglia di Matteo, «nella consapevolezza che Gesù saprà riconoscerlo come suo amico».
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